mercoledì 24 aprile 2013

S. Medardo vescovo di Augusta Viromanduorum patrono di Arcevia


 
 
 
Luca Signorelli, Polittico , chiesa di S. Medardo, Arcevia
 
 
 
 
Bruno d'Arcevia, S. Medardo e l'Italia (coll. privata)
 


Medardo nacque a Salenci nel Vermandois (Francia, regione di S. Quentin) attorno al 457 d.C. da Nettardo di stirpe franca e Protagia di discendenza romana e morì attorno al 560. Salenci apparteneva alla diocesi di Augusta Viromanduorum, città fondata dai Romani nel I sec. a. C.

 Medardo fu in Augusta consacrato sacerdote a 24 anni  e nel 530 essendo la sede vacante ne divenne vescovo.

Come asserisce il CROISET G. in Le vite dei Santi, Venezia 1745, II, p. 222: “Tutto il paese d’intorno all’Oisa ed alla Somma essendo stato desolato dagli Unni, dai Vandali, e dagli Ungheri (…) la Città di Vermand trovandosi senza difesa, ed esposta alle frequenti scorrerie dei barbari, diveniva ogni giorno più diserta. Il Santo Prelato fu quindi costretto a trasportare la Sede Vescovile in Noyon, ch’era allora una Fortezza e di poi è divenuta una città famosa col titolo di Contea di Pari”.

Anche  PAGNANI A. nella Vita di S. Medardo, Città di Castello, 1930, p 23, afferma: “(…) S. Remigio (…) nel 530 lo consacrò vescovo e lo insediò nella sede di Augusta.  Attila, il feroce re degli Unni, detto il flagello di Dio, l’aveva distrutta. Ora dalle rovine era risorta, ma più non aveva l’antico splendore, ed era esposta a tutte le offese degl’invasori, come la moderna S. Quintino, edificata nel medesimo luogo. Perciò S. Medardo qualche anno dopo la sua elezione (…) trasportò la sede a Noyon non molto lontana, più importante e più sicura. (…) Nel 532 moriva il suo compagno S. Eleuterio vescovo di Tournay e il clero e il popolo non vollero altro vescovo che S. Medardo. (…) (questi) fu creato vescovo di Tournay senza  lasciare il vescovado di Noyon. Le due diocesi restarono con un solo vescovo in comune per altri 600 anni”.

 S. Medardo non fu però vescovo di Noyon  né tanto meno di Tournay, perché questi avvenimenti ebbero sì luogo, ma all’inizio del sec. VII, sotto l’episcopato di Acario attestato dal  627 al 640. Cfr. Biblioteca Sanctorum, IX, 1967, p. 262. “Medardo morto il vescovo della città Viromandensium (S. Quentin) gli succedette conservando la carica per circa 15 anni. La Vita (del santo) dell’XI sec. pretende che Medardo abbia trasportato la sede vescovile da  S. Quentin a  Noyon e gli attribuisce anche il merito di aver riunito i due vescovati di Noyon e Tournay. (…) L’attribuzione a Medardo è dunque una tesi interessata inventata nel sec. XI per dare un glorioso patrono alle due diocesi riunite”.

S. Medardo fu quindi vescovo di Augusta Viromanduorum e non di  S. Quintino, che sorse più tardi presso le rovine di quella città. La fondazione e l’ingrandimento di S. Quintino, è legata al culto dell’omonimo santo martire.  CROISET G., cit., III, pp. 321 e segg.: “(…) S. Remigio essendo stato fatto vescovo di Noyon e del Vermandese (dal 640 al †659), risolvette di trovare la preziosa Reliquia (di S. Quintino) (…) il Santo Vescovo trovò infine il santo Tesoro e lo chiuse dentro una cassa. Il concorso del Popolo crescendo ogni giorno, il luogo divenne ben presto una  Città che da quel punto prese il nome di S. Quintino, nella quale oggi riposano le sante Reliquie”. La festa del Santo che si celebra l’8 giugno, in Francia è considerata una delle date più note del calendario perché, secondo una credenza popolare, se piove in quel giorno pioverà per 40 giorni consecutivi.

 


La chiesa di S. Medardo è richiamata per la prima volta in un documento del 1208 “ad pedem ulmi S.cti Medardi”.  Come vuole però la tradizione la chiesa fu dedicata a S. Medardo  perché lo stesso Carlo Magno donò, durante l’occupazione  di questa roccaforte da parte dei Franchi, alla comunità arceviese un dito del santo vescovo, morto nel 545, assai venerato da quel popolo. Non si può però escludere che la donazione della reliquia e la conseguente dedicazione della chiesa siano più tarde e legate a persone di legge franco salica, già ben insediate nella zona nel momento della nascita del comune.


                                

 

Questa arceviese è oggi l’unica reliquia rimasta del Santo, essendo stato il suo corpo distrutto in Francia dai Calvinisti durante le guerre di religione che investirono quel paese nella seconda metà del ‘500. Nel 1588 fecero in tempo a fare una ricognizione del corpo del Santo due nobili arceviesi: Flaminio Mannelli e Pietro Rotati, emissari del card. Luigi d’Este. Il corpo era intatto, mancava solo il dito di una mano, quello conservato in Arcevia.

 


S. Medardo è la più importante chiesa di Arcevia sia per grandezza che per le opere d’arte in essa contenute: una  costruzione imponente in cotto, con facciata a due ordini, che raggiunge in altezza m. 36, in lunghezza m. 47 ed in larghezza m. 26,50. La facciata, rimasta incompiuta (come si può vedere dal disegno del Passeri), è scandita da quattro doppie lesene, con al centro un portale frontonato in pietra. Sopra la trabeazione un’iscrizione riporta l’intitolazione a S. Medardo e la data di compimento dell’edificio, 1644.

               
 
 
 

La collegiata di S. Medardo, monumento nazionale,  ha tra i suoi gioielli opere di Luca Signorelli, uno dei massimi artisti italiani del Rinascimento, di Andrea, Giovanni e fra Mattia della Robbia, famosissimi plasticatori fiorentini, ed inoltre di Corrado teutonico, di Leonardo Scaglia, di Cesarino Rossetti, di Simone Cantarini, di Claudio Ridolfi il Veronese, di Giambattista Salvi il Sassoferrato, di Piergentile da Matelica e Venanzo da Camerino…Opere di alcuni di questi artisti sono conservate anche in altre chiese insieme a quelle degli arceviesi  Francesco di Gentile,  Ramazzani Ercole e Giampaolo, Lelio Leoncini,  Cesare Conti,

venerdì 19 aprile 2013

L'abbazia di Valvisciolo





A pochi chilometri da Ninfa si può visitare l’abbazia di Valvisciolo, in stile  romanico cistercense, è una delle più belle e meglio conservate della regione laziale. Fondata, secondo la tradizione, nel XII sec. da monaci greci, passò nel XIII sec. all’ordine dei Templari e  nel XIV sec. ai Cistercensi. Nella seconda metà del XIX sec. divenne priorato conventuale dipendente dalla congregazione di Casamari.



La presenza templare si può notare nella presenza di alcune croci caratteristiche dell’ordine (nel primo gradone del pavimento della chiesa, nel soffitto del chiostro e quella  scolpita a sinistra dell'occhio centrale del rosone) ed il famoso palindromo, scoperto recentemente nel lato occidentale del chiostro dopo l’abbattimento di un muro, graffito sull'intonaco: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS. Le lettere  sono scritte in cinque anelli circolari concentrici, ognuno  diviso in cinque settori, in modo da far apparire l’immagine di un  bersaglio.



L'interno della chiesa è a tre navate, con pareti spoglie ma assai suggestivo. Nella cappella di San Lorenzo posta sul fondo della navata sinistra interessanti affreschi con storie del Santo, eseguiti negli anni 1586-89 dal pittore Niccolò Circignani detto il Pomarancio su commissione del cardinale Enrico Caetani e di Onorato IV.  Fra le  grottesche della volta, si può scorgere l’autoritratto del Pomarancio. Da vedere il bel chiostro con colonnine binate, il rosone della facciata e la foresteria dove si possono acquistare i prodotti tipici di questi monaci.
 
 
 
 
 

Il castello Caetani a Sermoneta

 
 

 

Dopo aver visitato i giardini di Ninfa merita recarsi  a Sermoneta per vedere anche il ben conservato e suggestivo castello Caetani  situato nel borgo medievale della cittadina. Risale al XIII sec. quando la Santa Sede affidò alla famiglia baronale degli Annibaldi le città di Sermoneta, Bassiano, San Donato e altri territori annessi.
Gli Annibaldi costruirono un’imponente rocca caratterizzata dal Maschio, una torre alta 42 metri e da una contro torre, detta Maschietto.
 
 
Nel 1297 Pietro II Caetani, conte di Caserta, comprò Sermoneta, Bassiano, San Donato  e Ninfa.

I Caetani, che avviarono lavori di ampliamento e costruzione,  dimorarono stabilmente nel castello solo a partire dal Quattrocento. Al 1470 risalgono le “Camere Pinte”, stanze affrescate con figure mitologiche opera di un artista ignoto della Scuola del Pinturicchio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il castello passò per un breve periodo ai Borgia che lo trasformarono in una possente fortezza militare. Tornato ai Caetani la fortezza resistette agli assalti di Carlo V nel 1536.

I Caetani, dopo un lungo periodo di decadenza, solo verso la fine dell’Ottocento avviarono importanti lavori di restauro e recupero del castello, oggi affidato alla fondazione omonima.

Merita una visita anche la cittadina di Sermoneta, ricca di testimonianze storiche e  per le sue belle chiese, dove è possibile ammirare anche alcune opere dell’importante pittore manierista Girolamo Siciolante (1521-1580 circa) qui nato e di cui è ancora visibile la sua casa natale.






 
 
 





 

I giardini di Ninfa





I giardini di Ninfa
 
 
 
 
 
 
Nel comune di Cisterna di Latina, a pochi chilometri da Sermoneta, si adagiano le medievali rovine della città di Ninfa con i suoi  splendidi giardini fioriti, ricchi di specie esotiche e di fantasiosi giochi d’acqua. La storia di Ninfa è strettamente legata alla famiglia Caetani il cui ultimo discendente Lelia, alla sua morte nel 1977 donò il parco alla fondazione Caetani.  L’abitato di Ninfa sorse sotto la rupe di Norma lungo le sponde  di un limpido laghetto formato dalle acque del fiume Ninfeo, nel VII secolo d.C. Nel 1085 entrò a far parte dei possedimenti della Santa sede e nel 1159,e proprio a Ninfa, Rolando Bandinelli venne incoronato papa con il nome di Alessandro III, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, di cui restano le rovine.  Ninfa raggiunse il suo maggior splendore  con Pietro Caetani nipote di Bonifacio VIII (dal 1297) . Nei secoli successivi fu distrutta  e quindi ricostruita, ma già agli inizi del XVII sec. fu completamente abbandonata per malaria dagli ultimi abitanti.









Tra le piante esotiche vanno segnalate: l'azzurro "ceanothus" californiano, i grandi aceri nipponici, le betulle boreali, l'albero dei tulipani, l'acero dello zucchero, magnifici bambù, la splendida Gunnera manicata, i ciliegi cinesi, la calla etiopica
 
 
 
 

 

 

mercoledì 17 aprile 2013

Pensioni e privilegi


SIAMO ALLA VIGILIA DELLA ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. DOMANI 18 APRILE 2013 AVVERRA’ LA PRIMA VOTAZIONE  A CAMERE UNITE. E’ QUESTO CHE VIVIAMO UN MOMENTO DI GRAVE CRISI ECONOMICA, MORALE E SOCIALE CHE ATTANAGLIA IN MODO GRAVE  IL NOSTRO PAESE.
 
 LA CLASSE POLITICA E’ANCORA INCAPACE DI ESPRIMERE UN GOVERNO CHE RIFORMI PROFONDAMENTE LA NOSTRA ITALIA OGGI CONSIDERATA PARTE DEL TERZO MONDO.
 
 UN PAESE, IL NOSTRO, SOFFOCATO DA INEFFICIENZE, INGIUSTIZIE E DA UNA CORRUZIONE  GENERALIZZATA.
DOVE LA DISOCCUPAZIONE, SPECIE GIOVANILE, HA RAGGIUNTO LIVELLI INTOLLERABILI E LA POVERTA’ TOCCA CIRCA 8 MILIONI DI ITALIANI.
IL 50 % DEI PENSIONATI, POI, VIVONO CON MENO DI 1000 EURO AL MESE. MA COME SI FA A VIVERE CON 500€ AL MESE?
EPPURE  IN QUESTA DRAMMATICA SISTUAZIONE TROPPE SONO LE SACCHE DI PRIVILEGIO E LE PERSONE SUPER PAGATE, COME PURE GLI SPRECHI.
TUTTO CIO’ NON E’ PIU’ ACCETTABILE!
 
RIPORTO UNO STRALCIO DAL LIBRO “SANGUISUGHE” DI MARIO GIORDANO PUBBLICATO NEL 2011 DA MONDADORI.  SONO NOTIZIE “PUBBLICHE” CHE MI LASCIANO SENZA PAROLE.
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PENSIONI E PRIVILEGI

“In Italia si chiede di allungare la vita lavorativa, anche esibendo false statistiche sull’allungamento della vita, perchè l’Inps è ancora attiva, ma da parte di economisti, professori e politici non si chiede di eliminare le pensioni privilegiate; il pensionato più ricco d’Italia prende 90.000 euro nette di pensione il mese, un ex deputato prende la pensione dopo essere stato in parlamento solo un giorno, un ex presidente del consiglio, dopo aver tagliato le pensioni altrui, prende 31.000 euro al mese di pensione, un ex presidente della repubblica prende una pensione netta di 4.766 come ex magistrato, pur avendo svolto quest’attività solo per tre anni; ci sono le baby pensioni, le doppie pensioni, le triple pensioni e le pensioni ai mafiosi che gli americani non corrispondono.

Un dirigente delle Banca d’Italia è andato in pensione a 44 anni con 18.000 euro netti il mese, un dirigente dello Stato è andato in pensione nel 2009, a 47 anni, e prende 6.000 euro il mese e ora, poichè ha ancora voglia di lavorare, fa l’assessore; un pensionato commesso del senato prende 8000 euro nette di pensione il mese. C’è la bidella pensionata a 29 anni, l’automobilista che prende la pensione per ciechi, ci sono le pensioni per i falsi braccianti agricoli, le false pensioni d’invalidità e le pensioni riscosse dai figli per genitori defunti.

Lo stato ha lasciato intatti i vitalizi, le liquidazioni e le pensioni dei parlamentari e, dopo le ultime riforme delle pensioni, tanti sono riusciti a mantenere i privilegi; i sindacati e gli interessati privilegiati hanno sempre affermato, confortati da alcune sentenze, che i diritti acquisiti non si toccano, ma questi privilegi, che intaccano il principio di eguaglianza, di cui all’art. tre della costituzione, andrebbero invece toccati.

Si approvano leggine che autorizzano superburocrati a intascare pensioni di euro 1.369 il giorno, in Sicilia si va ancora in pensione a 45 anni, perchè i pensionati al minimo sono stati costretti a restituire all’Inps i soldi ricevuti per sbaglio; le leggi sbagliate vanno cambiate, l’Italia non è uno stato di diritto, c’è chi non riesce ad avere una risposta dalla previdenza, perchè non ha santi in paradiso, e chi incassa celermente la pensione a 29 anni.

Oggi in Italia sono erogate 23,8 milioni di pensioni, l’importo medio è di 1.129 euro il mese, perchè, quando gli esperti invitano a tagliare le pensioni, si dimenticano sempre delle pensioni privilegiate. Mauro Sentinelli, ex direttore generale Tim, incassa una pensione mensile di 90.000 euro, Felice Crosta, ex dirigente della regione Sicilia, 41.600 euro il mese, diritto riconosciuto dalla Corte dei Conti.

Nel 1956 Antonio Segni aveva concesso la pensione di anzianità agli uomini con 25 anni di anzianità e alle donne con 20; nel 1965 Aldo Moro estese la pensione di anzianità anche al settore privato, ma chiese 35 anni di contributi, in compenso, concesse il passaggio dal sistema misto contributivo a quello retributivo. Nel 1973 il governo di Mariano Rumor concesse alle donne la pensione di anzianità con soli 14,5 anni di servizio (le donne si dicono sempre discriminate), perciò,

Nel 1992 ci fu la stretta, Giuliano Amato, con la sua riforma delle pensioni, tagliò le pensioni di anzianità, però lui personalmente dall’1.1.1998 incassa una pensione Inpdap di 12.518 euro il mese, come professore universitario, la pensione di parlamentare di 9.363 euro e ha altri incarichi privati, in tutto 30.000 euro il mese. Prima di andare in pensione, aveva anche fatto votare la cumulabilità dell’indennità di ministro con altri trattamenti pensionistici.

Nel 1995 anche Lamberto Dini fece la sua riforma delle pensioni, introdusse il sistema contributivo al posto di quello retributivo e impose il divieto di cumulo per quelli che andavano in pensione dopo di lui; oggi riceve due pensioni private, una come statale e una come senatore, in tutto 40.000 euro netti il mese. Nel 2009 l’età pensionabile è stata agganciata alla speranza di vita, stimata in circa 64 anni nel 2015 e 69 nel 2050, solo gli indovini possono fare queste stime.

Bisogna dire però che oggi, per ovviare agli abusi del passato, si fanno anche statistiche e previsioni false, poichè i contributi lavorativi non sono abbassati, si vuole rendere l’Inps, oggi ancora attiva, malgrado gli allarmismi, impresa economica produttrice di reddito. A causa d’inquinamenti, cattiva alimentazione e farmaci, non si sa quando si vivrà in futuro, 50 anni fa la durata della vita media era statisticamente inferiore perchè c’era la mortalità infantile e c’erano i morti in guerra, due categorie che non influivano sui conti dell’Inps, il dato falsato è servito a professori ed economisti per pretendere l’allungamento dell’età per la pensione, ignorando che quando si allunga l’età lavorativa, si blocca il turnover e, poichè l’occupazione non aumenta, i giovani hanno ancora più difficoltà a trovare lavoro.

Luca Boneschi è stato parlamentare per un giorno e dall’etï¿œ di 44 anni prende la pensione di 7.773 euro netti, la stessa cosa vale per i radicali Piero Craveri e Angela Pezzana, che erano stati parlamentari per una settimana; Pannella aveva inventato il deputato a tempo, uno lasciava e subentrava un altro. Nel 1997 Oscar Luigi Scalfaro si diceva contro le pensioni d’oro, perï¿œ cumula la pensione da magistrato, pari 4.766 netti al mese, avendo fatto il magistrato solo tre anni, con l’indennitï¿œ di senatore, pari a 15.000 euro netti il mese; ha ottenuto la pensione da ex magistrato con i contributi figurativi versati dallo stato.

Carlo Azeglio Ciampi, assieme a Romano Prodi, ci traghettò a Maastricht con una manovra economica dolorosissima, riceve l’appannaggio di senatore a vita, una pensione della Banca d’Italia e una dell’Inps, nel 2009 ha dichiarato 687.626 euro come redditi da lavoro dipendente. Andreotti incassa due pensioni, però non risulta che abbia svolto un altro lavoro, Armando Cossutta incassa la pensione Inps, i contributi sono stati versati dallo stato con la legge Mosca, di cui hanno beneficiato sindacalisti e comunisti.

Luciano Violante riceve due pensioni, come ex parlamentare e come ex magistrato, in tutto 16.680 euro il mese, Romano Prodi prende tre pensioni, come ex presidente della commissione europea, come ex parlamentare e come ex professore universitario. L’economista Mario Baldassarre riceve tre pensioni, una parlamentare, una universitaria e la terza di reversibilità della moglie; dal 1994 Duilio Poggiolini, ex direttore generale della sanità, prende la pensione da dirigente ministeriale, più la pensione da professore universitario.

Il comunista Giovanni Russo Spena prende due pensioni, una parlamentare e una universitaria, pari a quasi 8000 euro netti il mese; Publio Fiore, parlamentare DC, ferito nel 1977 dalle brigate rosse e perciò esentato dalle tasse come vittima del terrorismo, prende la pensione Inpdap e la pensione da parlamentare, in tutto oltre 22.000 euro netti il mese. Silvestre Liotta, della DC, prende la pensione da parlamentare e quella da ex segretario dell’Assemblea regionale siciliana, in tutto, oltre 14.500 euro il mese, più due stipendi per altri incarichi, perchè si sente ancora giovane.

L’ex sindacalista Sergio D’Antoni, del PD, favorevole al rigore sulle pensioni, ha approvato la riforma che sostiene il principio contributivo, prende la pensione da ex professore universitario, pari a 5.233 euro netti il mese, ma non si sa quando abbia fatto il professore universitario; Carlo Vizzini è entrato in parlamento a 29 anni e prende l’assegno Inpdap come ex professore universitario. Vincenzo Scotti ha una pensione di dirigente industriale e una per aver fatto il sottosegretario senza essere parlamentare, però non si sa quando abbia fatto il dirigente industriale, i suoi contributi figurativi li ha versati lo stato; Clemente Mastella unisce l’indennità di Bruxelles con la pensione di giornalista.

I politici non sono uguali agli altri cittadini, oggi solo loro hanno diritto a cumulare le pensioni, in fondo, le leggi le fanno loro, perciò Franco Marini ha beneficiato della legge Mosca ed ha l’indennità parlamentare e la pensione Inps di 2.500 euro netti il mese. Toni Negri, di Autonomia Operaia, essendo stato 64 giorni deputato, incassa una pensione mensile di 3.108 euro; entrò in parlamento nel 1983, candidato dai radicali per farlo uscire dal carcere, dove era rinchiuso dal 1.979; dopo i 64 giorni da parlamentare, fuggì a Parigi.

Cicciolina, ex pornostar ed ex deputato radicale, prenderà la pensione il 12.11.2011, Irene Pivetti, della Lega Nord, ex presidente della Camera, andrà, in pensione nel 2013 con 6.203 euro netti, più auto con autista; Alberto Asol Rosa, fu parlamentare per 519 giorni, dal 1979 al 1980, e prende 3.108 euro il mese di pensione, così come Rossana Rossanda, deputato per cinque anni, Gino Paoli, Fulco Pratesi, Enzo Bettiza e Claudio Magris. Prendono quasi 9.500 euro di pensione il mese Ciriaco de Mita, Paolo Pomicino, Sergio Mattarella, Vincenzo Visco, Gerardo Bianco, Alfredo Biondi, Valerio Zanone, Antonio Del Pennino, Gavino Angius e Francesco D’Onofrio.

La figlia di Armando Cossutta, Maura, prende 4.725 euro il mese di pensione, per aver fatto per 5 anni il deputato; i parlamentari, quando cessano il mandato, prendono anche la liquidazione, in media 300.000 euro, il vitalizio dei parlamentari non è proporzionato ai contributi versati. Prendono la pensione di palazzo Madama, Luciano Benetton (3.108 euro), Francesco Merloni (9.947 euro) e Susanna Agnelli (8.455 euro). Paolo Prodi, fratello di Romano, prende la pensione dopo 4 mesi da deputato.

Sono pensionati parlamentari il giornalista Eugenio Scalfari (3.108 euro), Vittorio Cecchi Gori (3.108 euro), Franco De Benedetti (6.590 euro), Giuseppe Zamberletti (9.947 euro), Nerio Nesi (4.725 euro), Franco Bassanini (9.947 euro); anche i parlamentari condannati penalmente prendono la pensione, Giancarlo Cito riceve la pensione, nonostante la condanna per associazione esterna alla mafia.

Giuseppe Gambale ottenne la pensione nel 2006, quando aveva 42 anni (8.455 euro il mese), il pensionato ex parlamentare Vittorio Sgarbi (8.455 euro netti). Dal 1997 però la pensione dei parlamentari scatta a 65 anni, ridotti di un anno per ogni mandato, la riforma decorre dagli eletti nel 2001. Con 20 anni di contributi si può andare in pensione a qualsiasi età; però dal 2007 non si matura la pensione se non si sono fatti almeno 5 anni di mandato, agli altri italiani sono richiesti 40 anni.

Camera e Senato spendono per le pensioni 219 milioni l’anno e ne incassano 15 di contributi, i parlamentari viaggiano gratis anche a fine mandato, i presidenti delle camere hanno macchina con autista, le vedove dei parlamentari hanno diritto alla pensione di reversibilità. Nel settore telefonico, Mauro Sentinelli prende 90.000 euro di pensione il mese, Vito Gamberale 44.000, i pensionati del comparto telefonico hanno notevoli privilegi.

Giovanni Consorte, presidente di Unipol, prende dall’Inps 28.593 euro il mese, Ivano Sacchetti, pure Unipol, 28.560 euro il mese; Lino Benassi, della Banca Commerciale, prende 15.537 euro al mese dall’inps e ha incarichi in 12 societï¿œ. Cesare Geronzi, presidente di Banca Roma-Mediobanca-Generali, dal 1996 ha una pensione Inps di 22.237 euro, l’ultimo anno di lavoro prese uno stipendio di 3.650.000 di euro e un premio di carriera di 20 milioni; appena andato in pensione a 61 anni, la prima dichiarazione che fece fu: “Bisogna alzare l’etï¿œ della pensione!”.

In Banca d’Italia c’ï¿œ chi ï¿œ andato in pensione a 44 anni, con 18.000 euro mensili, come il professore Stefano Masera che poi passï¿œ a Imi, San Paolo, Ferrovie, Fideuram; da ricordare che la Banca d’Italia censura sempre gli sprechi previdenziali a favore dei comuni lavoratori; fino al 1997 in Banca d’Italia si poteva andare in pensione con 20 anni di servizio e a qualsiasi etï¿œ; con la clausola d’oro, la pensione era agganciata allo stipendio del pari grado in servizio.

Alcuni pensionati della Banca d’Italia non hanno lavorato cosï¿œ tanto come da quando sono in pensione, Mauro Sarcinelli riscuote la pensione mensile da quando aveva 48 anni, oggi ï¿œ pari a 15.000 euro mensili, quella di Lamberto Dini ï¿œ di 18.000 euro, quella di Azeglio Ciampi di 30.000 euro. Mario Draghi riceve una pensione Inpdap, assieme ad una retribuzione nettamente superiore a quella dei suoi colleghi europei. Oggi in Banca d’Italia i 20 anni e i 44 sono aboliti, perï¿œ, per la pensione anticipata, si regalano sei anni e la pensione inps ï¿œ integrata dalla Banca d’Italia.

Il poliziotto Achille Serra, tra pensione e indennitï¿œ parlamentare, prende 25.000 euro netti il mese; nel 1997 Andrea Monorchio, ragioniere generale dello Stato, tuonava contro le pensioni di anzianitï¿œ, a 63 anni ï¿œ andato in pensione con 10.853 euro netti, perï¿œ, poichï¿œ si sentiva giovane, ha ricevuto altri incarichi presso Eni, Telespazio, ecc. Marco Staderini, da presidente dell’Inpdap affermava che nessuno doveva andare inï¿œ pensione prima di 60 anni e se ne andï¿œ a 57; Antonio Maccanico, ex segretario del Quirinale e della Camera, ha una pensione mensile di 40.000 euro.

Nelle forze armate il sistema contributivo ï¿œ stato applicato con 12 anni di ritardo, perchï¿œ anche i militari sono disuguali, cioï¿œ dal 2.007, perï¿œ l’ex direttore del Sismi, Sergio Siracusa, prende quasi 16.000 euro netti il mese. Da notare che il lavoro svolto da tantiï¿œ pensionati privilegiati o meno toglie anche altre occasioni di lavoro ai disoccupati, questo fatto e il blocco del turnover aumenta la disoccupazione che in Italia, grazie alla statistiche false, risulta mimore perchï¿œ, in mancanza di provvidenze pubbliche, non ci si iscrive nelle liste di disoccupazione .

Elio Catania. direttore generale e presidente dell’ATM di Milano, aveva uno stipendio di oltre 20.000 euro il mese, piï¿œ la pensione Inps di 12.276 euro il mese; nel 2007 il dirigente di Alitalia, azienda in dissesto, Raffaele Lotito ï¿œ andato in pensione all’etï¿œ di 57 anni, con euro 15.158 netti, mentre Fulvio De Masi ï¿œ andato in pensione con euro 11.157. Luciano Moggi, campione del calciomercato, prende dall’Inps una pensione di 11.814 euro il mese, Maurizio Romiti, figlio di Cesare, incassa una pensione di 16.513 euro il mese e ha incarichi in 17 societï¿œ diverse.

L’ex presidente delle Assicurazioni Generali, il francese Antoine Bernheim, nel 2010 ï¿œ andato in pensione, con 125.000 euro il mese. I giudici costituzionali prendono una pensione mensile di 20.000 euro lordi, tutti hanno diritto a un’auto con autista a vita; lo stipendio ï¿œ di 15.600 euro netti il mese, la loro liquidazione ï¿œ da record, il presidente Zegreblsky ha preso 635.000 euro netti.

Il giudice Mario Sossi riceve dallo stato una pensione di euro 13.216 netti il mese e gode dell’esenzione fiscale che spetta alle vittime del terrorismo; incassa la stessa pensione il procuratore di Milano, Francesco Saverio Borrelli, invece Luciano Infelisi prende 5.536 euro netti; nel 2002 l’assegno mensile medio dei giudici era di 6000 euro. In giudici italiani arrivano al vertice della carriera piï¿œ facilmente e celermente dei colleghi europei, hanno lo scatto economico automatico e, per la carriera, il CSM promuove tutti, perciï¿œ arrivano tutti a giudice di cassazione; i giudici di cassazione hanno gli stipendi piï¿œ alti dei colleghi europei, 122.279 euro l’anno nel 2006.

I giudici amministrativi e contabili hanno carriera ancora piï¿œ veloce e stipendi maggiori. Oscar Luigi Scalfaro incassa una pensione di 4.766 euro al mese come ex giudice, mestiere da lui svolto per soli tre anni, Antonio di Pietro ha una pensione da magistrato, ha lasciato l’incarico nel 1995, quando aveva 44 anni, cumulando la pensione con il ricco stipendio di parlamentare.

Un commesso del parlamento ï¿œ andato in pensione a 52 anni con 8000 euro mensili, i dipendenti del Parlamento incassano stipendi d’oro, vanno inï¿œ pensione giovani con il sistema retributivo, come prima della riforma Dini, purchï¿œ assunti prima del 2007; una norma capziosa, chi va in pensione adesso ï¿œ facile che sia stato assunto prima del 2007. Gli ex dipendenti del Senato prendono una pensione media di 133.000 euro l’anno; nel 2010 Palazzo Madama ha speso in pensioni ai dipendenti 92,6 milioni di euro e la Camera 191 milioni.

L’Europa non ï¿œ piï¿œ morigerata, perï¿œ anche essa pretende sacrifici pensionistici dai comuni lavoratori, nel 2009 ha speso 1.130 milioni di euro per le pensioni agli euroburocrati, anch’essa concede 1500 euro mensili per i portaborse dei deputati e spende 3 milioni di euro l’anno per i rinfreschi del parlamento; concede agli ex commissari 11.000 euro al mese per tre anni, poi questi vanno a lavorare per le industrie che dovevano controllare.

L’Europa ha 44.000 dipendenti, con stipendi netti da 6.000 a 16.000 euro, con tasse ridotte al minimo e indennità esentasse, perciò spesso lo stipendio netto supera quello lordo, l’Europa paga l’indennitò di espatrio a chi lavora a Bruxelles da dieci anni; l’Europa chiede rigore a tutti, ma concede di andare in pensione a 63 anni, dopo dieci anni di lavoro e con il 70% dell’ultima retribuzione; le pensioni vanno da 3.500 euro a 12.000, la pensione media è di euro 5.844 netti.

Nel 1983 in Italia una bidella andata in pensione a 32 anni, aveva chiesto il ricongiungimento dei contributi versati nel settore artigianale, oggi riceve 835 euro il mese. La moglie di Umberto Bossi è una maestra, riceve la pensione Inpdap dall’età di 39 anni, 766 euro il mese; Cesare Romiti è andato in pensione nel 1977 a 54 anni, con 2.500 euro netti al mese più 101 milioni di euro di liquidazione dalla FIAT (probabilmente aveva dei segreti da portarsi nella tomba). Carlo De Benedetti prende una pensione di 5.000 euro netti il mese; il banchiere Domenico Gallo prende la pensione da quando aveva 45 anni, oggi ha incarichi in 9 società, ha la pensione di 4.500 euro mensili più un altro vitalizio mensile di 13.500 euro.

Adriano Celentano prende la pensione da quando aveva 50 anni, Raffaella Carrà e Sophia Loren sono pensionate dall’età di 53 anni. Ora però in Italia le baby pensioni sono state abolite, ma non in Sicilia, dove nel 2010 un dipendente della Regione ï¿œ andato in pensione a 45 anni; nella Regione gli uomini possono andare in pensione con 25 anni e le donne con 20, purchï¿œ abbiano un anziano da accudire.

Perciò dal 2003 al 2010 sono andati in pensione 1.000 baby pensionati, etï¿œ media 53 anni, l’assegno della pensione ï¿œ uguale o superiore all’ultimo stipendio, anche perchï¿œ non si pagano i contributi. Questi personaggi sono trattati così bene perchè il sistema, cioè il governo occulto, deve molto a loro, potrebbero ricattare perchè hanno messo tante firme che non andavano messe e hanno avallato procedure scorrette e illegali.

Un dirigente bancario, messo a riposo per incapacitï¿œ, ha dichiarato sconsolato: “Perchï¿œ mi hanno fatto questo, io ho fatto sepre quello che mi hanno ordinato!”, aveva ragione, si assumeva responsabilitï¿œ di decisioni di chi voleva restare anonimo, ed era diventato il capro espiatorio per chi chiede giustizia. Perï¿œ la giustizia ï¿œ stata tante volte cieca, sorda e assente o si ï¿œ mossa su sollecitazione di partiti.

Il segretario generale della Regione, Carmelo Russo, ï¿œ andato in pensione a 47 anni con 6.462 euro netti il mese, per fare l’assessore con un’indennitï¿œ di oltre 10.000 euro netti il mese, senza decurtazioni con il cumulo, la quale ï¿œ prevista solo per chi prende la pensione minima (evviva l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge – art. 3 della costituzione). Carmelo Russo era andato in pensione per assistere il padre, anche in Calabria esistono questi baby pensionati della Regione e generalmente vanno ad assumere altri incarichi per la stessa amministrazione regionale.

Si corrispondono baby pensioni anche in Campania, Sardegna, Lombardia, Lazio, sono migliaia i beneficiari e hanno circa 50 anni, ma sono andati in pensione dipendenti anche con meno di 50 anni, ne hanno beneficiato anche dipendenti delle provincie di Trento e di Bolzano. Il commercialista romano Leonardo Quagliata ha incarichi in 22 societᅵ, perᅵ nel 2006 si ᅵ fatta riconoscere la pensione retroattiva di euro 1.196 al mese dal 1977, da quando aveva 24 anni, per essersi infortunato da militare. I grandi personaggi trovano sempre comprensione da Inps, Inpdap, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e commissioni militari,ᅵ

L’inquisito Sandro Frisullo, vicepresidente della regione Puglia, prende dall’etï¿œ di 55 anni una pensione di 7.000 euro netti il mese. In Puglia i consiglieri regionali godono di pensioni piï¿œ alte degli altri cittadini, come i parlamentari, anche loro si fanno le leggi a loro favore, con 5 anni di mandato oprendono il 40% dello stipendio, che ï¿œ di 11.000 lorde, se gli anni sono di piï¿œ, la pensione aumenta; Frisullo, sottoposto a misure cautelari, ha continuato a percepire lo stipendio di consigliere regionale. A parlamento, consiglio regionale, provinciale e comunale dovrebbe essere impedito di fissare le indennitï¿œ dei loro membri, che spesso non sono morigerati.

La Sicilia ha riconosciuto il diritto alla pensione anche a 13 ex consiglieri regionali eletti in Parlamento, la cosa non ï¿œ prevista in nessun altro paese del mondo, perï¿œ, fino a poco fa, si poteva essere contemporaneamente parlamentari italiani ed europei, l’esempio viene sempre dall’alto; Totï¿œ Cuffaro, condannato per favoreggiamento alla mafia, ha preso il vitalizio come ex senatore ed ex presidente della Regione. Tra 13 c’ï¿œ anche Leoluca Orlando e il finiano Fabio Granata, che prende 5.000 euro di pensione regionale, lo stipendio di parlamentare ed ï¿œ vicepresidente di un Ente regionale, in tutto oltre 20.000 euro netti il mese.

I consiglieri regionali siciliani che hanno cominciato la carriera politica prima del 2000 e hanno una sola legislatura vanno in pensione a 60 anni, con due legislature vanno a 55, con tre a 50, l’assegno ï¿œ cumulabile con quello parlamentare. Dal 2011 le doppie indennitï¿œ sono state sospese, ma ci sono i ricorsi; gli ex onorevoli siciliani hanno diritto anche a un contributo di 5.000 euro per i funerali.

In base ad una legge del 1962, la regione Sicilia assume dipendenti a carrettate e concede ai dirigenti di andare in pensione con le stesse prebende; dal 1986 vale perï¿œ solo per quelli assunti dopo quella data; oggi in Italia i divieti di cumuli, i tetti e l’elevazione dell’etï¿œ per la pensione sono applicati solo ai poveri cristi o agli assegni di reversibilitï¿œ. Oggi i consiglieri regionali hanno la possibilitï¿œ di andare ancora in pensione a 55 anni, con assegni che vanno da 4.500 a 7.000 euro mensili.

Pietro Marrazzo ï¿œ in pensione dall’etï¿œ di 52 anni, con 2.000 euro mensili, e ha anche lo stipendio della RAI, se fosse arrivato a 60 anni ne avrebbe presi di piï¿œ; il 20.12.2010 l’Emilia Romagna ha tagliato le pensioni dei consiglieri, ma a partire dal 2015-2020. Sono i soliti diritti acquisiti, perï¿œ ai comuni lavoratori assunti dalla scuola con un contratto e una legge, sono stati modificati tutti i diritti acquisiti in merito a calcolo della pensione ed etï¿œ della pensione, la legge non ï¿œ uguale per tutti.

Uno spezzino, ex dipendente dell’Inps, dal 1977 ha pensione d’invaliditï¿œ e assegno di accompagnamento (1.200 euro) come cieco assoluto, perï¿œ guida l’automobile, i falsi ciechi sono tanti, alcuni di loro sono cacciatori e altri istruttori di nuoto; a Palermo una sorda fa la centralinista, a Roma un paraplegico fa il maratoneta, ad Avellino un paralizzato ara i campi, a Bari un uomo senza mani guida il camion; sono stati trovati sordi nelle bande musicali, mentre malati di mente conducono aziende sane.

In un paese di poche migliaia di abitanti, vicino a Napoli, con l’aiuto di medici compiacenti, 400 malati di mente prendono l’assegno d’invaliditï¿œ; per intascare la pensione d’invaliditï¿œ, si fingono malattie incurabili; nel paese di Militello, di 1.200 persone, vicino a Palermo, ci sono 500 pensioni d’invaliditï¿œ. Fino al 1983 per le pensioni d’invaliditï¿œ erogate non era previsto nemmeno un controllo, spesso quelle false aiutavano precarie condizioni sociali perchï¿œ in Italia manca una vera assistenza sociale.

Il ministro socialista De Michelis corse ai ripari e le pensioni d’invaliditï¿œ scesero dai 4,5 milioni del 1989 agli 1,7 nel 2002, nel 2010 sono tornate a salire a 2,8 milioni, sarï¿œ l’effetto della crisi; comunque, a Napoli c’ï¿œ una pensione d’invaliditï¿œ ogni 41 cittadini, a Varese una ogni 117, i due terzi di questi sussidi sono erogati al sud, nel 2009 nel Trentino ï¿œ stata erogata una sola pensione d’invaliditï¿œ. Gioacchino Pennino, ex medico, prende dall’Enpam 18.000 euro al mese per invaliditï¿œ nell’esercizio della professione sanitaria, chissï¿œ se an che lui aveva santi in paradiso.

Da un’indagine ï¿œ risultato che un medico dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi rilasciava certificati in cambio di voti; ï¿œ falsa una pensione d’invaliditï¿œ su due, ora purtroppo la competenza per l’accertamento dell’invaliditï¿œ ï¿œ passata alle Regioni, mentre ï¿œ l’Inps che paga le relative pensioni, fortuna che ci sono i lavoratori che pagano i contributi. Le pensioni false d’invaliditï¿œ sono state pagate anche 6.000 euro, per pagare mediatori, medici e funzionari dell’Inps, della prefettura e dell’Asl; tra il 2003 e il 2006 un mediatore, con questo sistema, ï¿œ riuscito a fare avere la pensione a 620 persone che non ne avevano diritto.

Nel 2010 risulta che il 75% dei militari in pensione ha il trattamento privilegiato per infermità o lesioni, manco ci fosse una guerra permanente; una legge del 1954 prevede che gli infermi possono andare in pensione con 15 anni di servizio e i tribunali militari assolvono regolarmente i truffatori e li mandano in pensione anticipata. Falsi braccianti hanno maturato la pensione agricola, recentemente ne sono stati beccati circa 250 il giorno, soprattutto in Puglia, Calabria, Campania, Sicilia; in un caso l’azienda era intestata a un barbone, anche la moglie di un notaio risultava bracciante agricolo.

Per avere un’indennità di disoccupazione pari al 40% dello stipendio, basta denunciare all’Inps 51 giornate lavorative l’anno per due anni, in caso di maternità c'è un bonus di 11 mesi; perciò in Calabria esistono 34.000 aziende agricole, contro le 9.000 della Lombardia. Nella provincia siciliana di Crotone l’Inps paga un numero d’indennità di disoccupazione agricola pari a quello di tutta la Toscana; l’operazione si fa con fittizie società agricole e qualche compiacenza negli uffici, in Sicilia esistono più braccianti nei paesi a forte radicamento mafioso, a Careri, su 2.443 abitanti, esistono 1.701 braccianti.

Sono almeno 30.000 i cari estinti che ogni mese ricevono la pensione, perciò gli ultracentenari alle statistiche risultano più di quelli che sono in realtà, alterando la media della durata della vita; nell’estate del 2010 venti studi legali di Roma, con 300 persone indagate, sono finiti sotto inchiesta per aver falsificato documenti utili a incamerare i vitalizi destinati agli italiani emigrati all’estero.

A Napoli il boss camorrista Luigi Cimmino incassava la pensione d’invaliditï¿œ Inps, nel 2007 al carcere dell’Aquila ottenne il certificato d’infermo di mente e incapace di badare e se stesso e con quello ottenne la pensione; riscuotono la pensione sociale o d’invaliditï¿œ Salvatore Di Gangi, Vito Vitale, Michele Greco, Francesco Madonia e Giuseppe Calï¿œ. Comunque, Totï¿œ Riina aveva fatto domanda per la pensione sociale, ma non ha fatto in tempo a prenderla, anche Renato Curcio, fondatore delle brigate rosse, aveva chiesto la pensione sociale, ma l’Inps, finalmente, l’ha rifiutata.

Si è scoperto che il vitalizio previsto per le vittime della camorra, pari a 1.033 euro il mese, è stato incassato anche dalla moglie di un boss; in America criminali e dipendenti infedeli dello stato non ricevono la pensione pubblica, invece in Italia ancora non esiste una legge che abroghi le pensioni per i mafiosi. L’Italia paga il vitalizio ai criminali iugoslavi responsabili del massacro delle foibe e della polizia etnica a danno d’italiani, fu Palmiro Togliatti che favorì l’erogazione di queste pensioni, tra loro sono Nerigo Gobbo, Ciro Raner, Franc Boro, Mario Toffanin e Guido Pasolini, ricevono quasi 300 euro mensili.
Donato Bilancio nel 1972 ebbe un infortunio sul lavoro e ricevette una pensione d’invalidità di 528 euro, poi si diede al crimine, non è stato possibile revocare la pensione perchè erogata per causa di lavoro, in America è diverso. Senza santi in paradiso, conoscenze e favori, in Italia non si ottiene niente, le vittime del terrorismo o i loro familiari e infortunati non sempre hanno ricevuto una pensione, mafiosi, titini e terroristi spesso si, è sempre questione di agganci e di furbizia. La nostra classe politica, sempre polemica per le poltrone, non è ancora riuscita

Pubblicazioni


Arcevia. Nuovo itinerario nella Storia e nell’Arte


di Paolo Santini




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3° edizione completamente riveduta e corretta delle edizioni 1984 e 1987, del libro Arcevia: Itinerario nella Storia e nell’Arte di P. Santini. Copertina plastificata a colori, pp. 400 con numerose foto in b/n, carta patinata. Editore: Centro Studi Arceviesi.    Prezzo € 20.

 

 
 
 Sito ed origine di Rocca Contrada – Lelio Tasti, 1636  a cura di:  Paolo Santini
 Exòrma   2009;  pp.  480 a colori e b/n; copertina cartonata e sovracoperta a colori
 € 28,00      ISBN: 978-88-95688-17-6

 
 
 
 
 
 
 
 
 
STUDI ARCEVIESI
PUBBLICAZIONE PERIODICA
DI
STORIA,  ARTE E CULTURA VARIA
a carattere locale e regionale
direttore:  Paolo Santini
 
 


 

1. (1994) , 100 pp., 29 foto b/n , carta patinata , copertina in br. con foto, 17 x 24 cm .

Indice: Presentazione (P. Santini); Cronaca del congresso “E.Ramazzani  di R.C. e la pittura controriformata nelle Marche”; Saluto del sindaco (M.Abbondanzieri); E. Ramazzani e la pittura controriformata nelle Marche (D. Matteucci); E. Ramazzani  e l’ambiente arceviese nella seconda metà del XVI secolo (P.Santini);  Il manierismo e la sua continuità (C. Strinati ); I monasteri di S. Marco di Ripalta e di S. Bartolo di R.C. fondati da S. Silvestro nella diocesi di Senigallia (P.Santini); S. Angelo in monte Cameliano (E.G. Mariotti ); Rime in dialetto arceviese ( P.Santini).



 
2 .(1997) , 272 pp. , oltre 70 foto b/n , carta patinata , copertina in br. con foto , 17 x 24 cm.
             Indice: Presentazione (CSA); Insediamenti monastici nell’arceviese (P.Santini) ; Monachesimo Romualdino Damianeo nelle Marche (S. Frigerio) ; Il convento di S. Agostino in R.C. e il memoriale di frate Angelini del XVII secolo (P.Santini) ; Memoriale del convento di S. Agostino di R.C. dal 1661 (a cura di P.Santini) ;Il monachesimo femminile (M. Donadeo ) ; Il canto Gregoriano non è un canto : appunti per un paradosso (M. Lattanzi); Valore esegetico della composizione Gregoriana in un versetto del Tractus qui habitat (M. Lattanzi) ;  Lettura del simbolo dell’Adventus Domini in una formula del canto Gregoriano (M. Lattanzi) ; Le rivisitazioni mitico iconografiche di Morresi (V. Angelini ); Per E.Ramazzani: un inedito ad affresco nell’ex monastero di San Bartolomeo in Arcevia (D.Matteucci);Santa Maria a Piè del Chienti fra tradizione locale ed influssi d’oltralpe (V.Valerio); Trattazioni di carattere storico ambientali in “Nuova Rivista Misena “ (F:Buonasera) ;Un disegno inedito di Pasquale Cati per il grande affresco rappresentante il martirio di S. Lorenzo nella chiesa romana di S. Lorenzo in Panisperna( P. Santini );  Gli “Enigmatici vaticini” Edipei: per una storia dell’ultima raccolta poetica di Vitaliano Angelini (G.Nonni); La pittura controriformata di Lelio Leoncini di R.C. (L.Ottavi);Le sculture a Pergola  dal XV al XVIII secolo (R.Mariani).
 
 
 

 

 

3. (2005), 192  pp., oltre 40 foto in b/n, carta patinata, copertina in brossura , 17x24 cm.
             Per il 400° anniversario della morte di Ercole Ramazzani pittore di R.C. scritti e documenti inediti di P.Santini:  Cronologia di un evento; Ercole Ramazzani, cronologia; I Ramazzani di R.C. albero genealogico; Ercole Ramazzani, artista multiforme, imprevedibile autore di terrecotte dipinte; Inedito di E. Ramazzani: l’Annunciazione nel deposito della pinacoteca di Fano; E. Ramazzani, disegni editi ed inediti;  La pianta di R.C. disegnata dal Ramazzani nel 1594. Principali edizioni;  Ramazzani, nuovi documenti;  Giampaolo Ramazzani da R.C.: la vita, le opere, i documenti; Lelio Leoncini da R.C.: la vita, le opere, i documenti;  G.B. Galeotti da R.C.: la vita, le opere, i documenti;  P. Santini, bibliografia arceviese.  Contributi alla storia arceviese: Il palazzo Mannelli delle Logge di R.C. di P. Santini;   La Società di Mutuo Soccorso in Arcevia di O. Petrolati;  Il culto di S. Francesco di Paola in R.C. : storia di una chiesa di O. Bucci.

 
4 (2006)  pp. 198, numerose illustrazione in b/n, copertina in brossura, 17 x 24 cm
SALUTI DAL FRONTE. Introduzione di Paolo Santini, p. 7.
Testimonianze della Grande Guerra (1915-1918) dei soci della Società di Mutuo Soccorso di Arcevia e di non soci, conservate nell'Archivio storico della Società, p. 12.  (P. Santini)
Testimonianze della Grande Guerra (1915-1918) pubblicate da "Il Piccolo", giornale bimensile di Arcevia, p.95.      (P. Santini)
Cartoline e foto d'epoca, p. 154.
Notizie varie, pp. 174-178.
Una scoperta archeologica a S. Stefano di Arcevia. Un'indagine preliminare, p. 181. (Lucio Tribellini)
 
 
 
 
 
 
5 (2008), 200 pp., numerose illustrazioni in b/n e 14 pp. a colori, copertina in brossura ,
17 x 24 cm.    ( a cura di P. Santini)
Presentazione, p.6; Arcevia, splendida terra di uomini illustri (Silvio Purgatori), p.7; LUCA SIGNORELLI, La  Pala di Arcevia e i capolavori di S. Medardo, p.11; LUCA SIGNORELLI a Rocca Contrada nel 500°anniversario della ricorrenza (1507-1508). Documenti e considerazioni, p.13; La tentata vendita del Polittico del Signorelli e la vertenza con l'arciprete Massi, p. 31; La tentata vendita negli anni 1884-85 del coro di Corrado teutonico (1488-1490) conservato in S. Medardo, p.59; S. Medardo, un nuovo spazio espositivo, p. 63; La raccolta museale di S. Medardo ad Arcevia, storia di un allestimento(Myriam Conti), p. 65; La Fraternita del Crocifisso e la chiesa di S. Gianne di Rocca C., p. 69; La Madonna del rosario di L. Leoncini e la Deposizione di Cristo di E. Ramazzani esposte nella mostra "Scoperte nelle Marche intorno a Simone de Magistris", p. 91; ANSELMO ANSELMI (1859-1907) a cento anni dalla morte: la commemorazione, l'uomo, lo studioso, il ricercatore, il collezionista, p.95; Albero genealogico e notizie sulla famiglia Anselmi di Arcevia, p.131;   INDICE    DEGLI   ARTICOLI  E DEGLI   ARTISTI, CON AGGIUNTA  DI  ALTRE NOTIZIE, DELLE DIECI ANNATE DELLA "NUOVA RIVISTA MISENA", p. 141;  Giuseppe Gigli, L'immagine come vertigine dell'illusione, p.175; Rassegna fotografica, a colori, di opere d'arte, p. 181.
 
 
 
 
 
 
 
 Arcevia nei secoli, narrata dai suoi storici (a cura di P. Santini)
 
6 (nov 2009), 192 pp., illustrazioni in b/n , copertina in brossura ,
16,5 x 23,5 cm.    ( a cura di P. Santini)
Presentazione, p.6;  Severino Severini: De  Laudibus  Rocchae  Contratae, oratio, p.9; Orazione in lode di Rocca Contrada, p.17; Ludovico Bettanzi:   La Rocca Contrada. Prologo, p.27; Francesco Brunamonti: Vita, bibliografia e rime, p.50; Dimostrazione del nobile, sì antico, che moderno stato di Roccontrada, p. 55; Genealogia dei Brunamonti di R.C., p. 94; Memorie della Famiglia de’ Brunamonti, p. 95; Abbozzo della vita del Signor Abate Francesco Brunamonti di Francesco Abbondanzieri, p. 96;  Francesco Abbondanzieri: Nel 300° anniversario della nascita, p. 108;               Genealogia degli Abbondanzieri di R.C.,p.120;Componimento drammatico a due voci da cantarsi in Roccacontrada l’anno 1741  di F. Abbondanzieri, p. 121; Gaspare Ottaviani, pittore: Nel 200° anniversario della morte p.132;  Genealogia degli Ottaviani di R.C., p. 145; Documenti, p.147; Opere: schede e foto, p.164;  La pergamena del 1207, ritrovata, p.171;                                
Ercole Ramazzani. Due nuovi documenti, p. 181; L’Atlante del m° Bruno d’Arcevia , p. 185; La Pietà di Giuseppe Gigli acquisita, p. 186;  Lettera al Presidente del C.S.A., p.189.