venerdì 5 febbraio 2016

UN BEL QUADRO DA SALVARE (SE ANCORA E’ POSSIBILE): PERSEO ED ANDROMEDA




                                                   Andromeda salvata da Perseo, acquaforte


L’acquaforte rappresenta Andromeda,figlia di Cefeo re di Etiopia e di Cassiopea, legata allo scoglio di Joppe  dalle Nereidi per essere sacrificata al mostro marino inviato da Nettuno, mentre in suo soccorso sopraggiunge Perseo a cavallo di Pegaso. 
Fu incisa da Lorenzo Loli nel 1641 su disegno di Giovanni Andrea Sirani, cfr BARTSCH  42, pag. 143, 17 (174), 258x171 mm.
Il Loli , ricordato prevalentemente come incisore, svolse per lo più la sua attività con il Sirani sia quando entrambi lavoravano con Guido Reni che dopo la morte del maestro. 
Mazza A. (La collezione dei dipinti antichi della Cassa di Risparmio di Cesena,1991, p.163) e poi  Ambrosini  Massari  A.M.(La scuola di Guido Reni, 1992,  p. 304)  trattando dell’opera di Giovanni Andrea Sirani (Bologna 1610-1670), uno degli allievi prediletti e più devoti di Guido Reni, richiamavano proprio questa incisione quale unica fonte per conoscere l’importante dipinto, qui riprodotto, del Sirani  ritenuto allora disperso. E precisava ancora  il Mazza: “già la trascrizione incisoria per quanto di mano di altro artista, dimostra notevoli somiglianze con l’idea e  la composizione che ispirano il quadro di Cesena (Angelica si sottrae a Ruggero). (…) Andromeda, incatenata allo scoglio, si dispone di profilo girando la testa verso lo spettatore,come Angelica nel dipinto di Cesena. Analoga si può supporre la tornitura della figura,; e si potrebbe immaginare la pennellata leggermente annebbiata che scioglie renianamente il disegno in una effusione atmosferica (…)”.

                                               Angelica si sottrae a Ruggero di G.A.Sirani, Cesena

I due studiosi ritenevano il dipinto disperso eseguito dal Sirani, come del resto nella stessa acquaforte gli veniva riconosciuta  la paternità ideativa dell’opera.
Nel 1994 pubblicai Simone Cantarini da Pesaro. Una presenza ritrovata nelle Marche (1641-1643). Opere e documenti inediti riguardanti anche Claudio Ridolfi il Veronese, a seguito del ritrovamento di un  importante documento  che assegnava al Cantarini  la stupenda pala d’altare della Madonna del rosario, conservata in S. Medardo di Arcevia. Sino ad allora quest’opera veniva attribuita da tutti gli studiosi al pittore Claudio Ridolfi.   
                    

                    
                 Madonna del rosario, di Simone Cantarini, S. Medardo


Lo stesso documento faceva inoltre ritenere la presenza del pittore in Arcevia e la possibilità di esecuzione di altre opere.


                        Madonna con B. e santi Teresa ed Adriano di G.B. Salvi, S. Medardo

Tra i quadri che potevano ascriversi al Cantarini indicai anche la bella pala d’altare Madonna con B. e santi Teresa ed Adriano rielaborata dal Domenichino, che in seguito però riconsiderai assegnandola, confortato da altri studiosi, a Giambattista Salvi il Sassoferrato. Ed ancora, “pur con le debite riserve dovute anche alle precarie condizioni del quadro che ne rendono difficili la lettura” Andromeda liberata da Perseo  (a pp. 45,46), una tela mal ridotta allora conservata in un deposito comunale.
                          
                                         Andromeda liberata da Perseo, Arcevia, casa parrocchiale


La ragione di tale attribuzione era dovuta piuttosto che a l’esame formale del dipinto, al ritrovamento nell’Inventario dei beni dell’eredità di Flaminio Mannelli junior, fatto fare dal figlio Cesare  l’8 aprile 1694, di due quadri aventi come soggetto il mito di Andromeda. E poiché si può ritenere che sia stato proprio Flaminio Mannelli j. a condurre il Cantarini in Arcevia, ponendolo sotto la sua protezione e facendogli avere  diverse commissioni, allo stesso pittore ritenevo potesse attribuirsi tale dipinto, che fa preciso riferimento alla omonima opera di Guido Reni ,conservata nella Galleria Pallavicini di Roma (Guido Reni 1971, scheda n. 158). 


                                            Sacra Famiglia e S. Giovannino del Pomarancio

Della quadreria Mannelli, ereditata dai Pianetti di Jesi, le opere più importanti  come la Sacra Famiglia e S. Giovannino del Pomarancio furono trasferite in quella città, ma alcune ricordate nell’Inventario del 1694 sono rimaste in Arcevia. La tela Andromeda liberata da Perseo, al quanto malridotta è oggi conservata nella casa parrocchiale di S. Medardo . Ho invano e da tempo sollecitato un suo restauro. A nulla  è servita la mia pubblicazione del 1994 in cui  si rendeva pubblico il ritrovamento di questa interessante opera ritenuta dispersa. 
 Ma così va il mondo!

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