domenica 12 febbraio 2017

IL PALAZZO GIA’ MANNELLI POI PIANETTI, IN ARCEVIA, NELLE MARCHE: DI ANTICA NOBILTA, DI STORIA ED ARTE PROFUSO





Arcevia nelle Marche

                                

Il palazzo Mannelli Pianetti


            Questo imponente ed elegante palazzo, sito sul corso di Arcevia, fu fatto ristrutturare, accorpando fabbricati più antichi,  da  FLAMINIO MANNELLI senior nell’anno 1600.  I palazzi accorpati erano quelli appartenuti a CAMILLO, a GIROLAMO vescovo di Nocera  ed ai Martorelli. Alla morte di Flaminio senior nel 1606 la nuova costruzione mancava di rifiniture ed ornamento interno.  Furono fatti eseguire dai suoi fratelli Ginevra , abate CLAUDIO  e cav. GIROLAMO junior

            L’abitazione già del vescovo Girolamo conserva, al primo piano, un bel camino cinquecentesco con il  suo nome  inciso, le architravi delle mostre delle porte in pietra, con iscrizioni originali, ed un lavabo antico. Ancora individuabile un altro edificio, quello che fu di Felice Martorelli o Martirelli che nel 1535 sposò Giovanni Battista  padre di Flaminio senior. 


mostra di porta dei Martorelli con iscrizione 

stucchi nel palazzo già Martorelli


Nel  piano nobile del palazzo Mannelli sono da ammirare i raffinati  stucchi ornamentali a motivi geometrici e floreali con mascheroni  e volti femminei nonché nel salone  il bel camino monumentale, in granito rosso, opera dello scultore  ticinese FRANCESCO SILVA (1560 †1641).  


stucchi con mascherone nel piano nobile


camino monumentale  (F. Silva)


La rappresentazione a stucco che sormonta il camino è una celebrazione della casata dei Mannelli il cui stemma viene incoronato da un putto in una enfasi di svolazzanti panneggi, figure simboliche (quelle della Prudenza e della Gloria) ed i frutti dell’abbondanza. Al centro una iscrizione, voluta da cav. Girolamo,  inneggia alla sapienza dell’umile.


stucchi del Silva nella cappella dell'abate 


A Francesco Silva spettano anche gli stucchi dorati della cappella personale dell’abate Mannelli il quale affidò al celebre pittore  Pomarancio (Cristoforo Roncalli  1553†1626),  nel 1609, l’esecuzione del quadro dell’altare della cappella rappresentante la”Sacra Famiglia con S. Giovannino”, ora nella Pinacoteca di Jesi. A questo pittore ed aiuti spetterebbero anche i dipinti già nella detta cappella, che facevano un tutt’uno con gli stucchi del Silva, nonché  le decorazioni parietali a fresco  con putti, personaggi ed ornati vari, ancora visibili nel piano nobile del palazzo.

Il cav. Pomarancio già impegnato in quegli anni a dipingere nel cantiere lauretano, dal gennaio 1611 si avvarrà della collaborazione del Silva come plasticatore per  nuove opere nella  basilica di Loreto. La decorazione della cappella dell’abate Mannelli attesterebbe un’anticipazione al 1609 del sodalizio tra il Pomarancio e il Silva.


Pomarancio, "Sacra Famiglia con S. Giovannino"

ornati nel piano nobile


Nel salone sono ancora conservate tre grandi tele , recentemente restaurate, rappresentanti  un S. Giovanni Battista pastore, una Susanna ed i vecchioni ed una scena non meglio identificata. Vanno molto probabilmente assegnate a  FLAMINIO MANNELLI j. (1618 †1694), pittore ed architetto.


S. Giovanni Battista, pastore attr,  a Flaminio Mannelli

Il palazzo a seguito del matrimonio di Susanna ultima discendente dei Mannelli di Piazza, nel 1702, con il marchese Cardolo Maria Pianetti di Jesi, passò a questa nobile famiglia.


Nel 1778  il marchese Angelo Pianetti affidò al pittore arceviese Gaspare Ottaviani il restauro  della decorazione interna del piano nobile  e successivamente dei dipinti della cappella. In questa occasione furono anche rinnovati i tendaggi di broccato  e i damaschi pregiati alle pareti, rimossi solo recentemente perché ritenuti dagli esperti non restaurabili.


 i tendaggi settecenteschi prima della recente rimozione

porta dipinta dall'Ottaviani

un affresco dell'Ottaviani


I Mannelli di Piazza ricoprirono importanti incarichi religiosi, civili e militari distinguendosi per il coraggio ed il valore in diverse imprese belliche.

Ricordiamo  mons. Girolamo vescovo di Nocera, che fu vice legato del cardinale di Urbino, Giuliano Della Rovere e nunzio apostolico in Francia; Flaminio senior gentiluomo di camera dei re di Francia Carlo IX ed Enrico III; Claudio abate di S. Ginesio, fu a Roma vicario generale del cardinale Rusticucci; Camillo j. comandante di milizie nella guerra di Fiandra; cav. Girolamo j. governatore delle armi per la Repubblica di Venezia e luogotenente generale del duca di Savoia; suo figlio Giambattista fu insignito del titolo di conte di Cozzolo e Rivò dal duca di Savoia; FLAMINIO j., pittore ed architetto, costruì e  decorò, con l’Evangelisti, il teatro di Arcevia (1668).   (Maggiori notizie si possono avere consultando: Lelio Tasti, “Sito ed origine di Rocca Contrada”, (2009), a cura di P. Santini; “Arcevia. Nuovo itinerario nella Storia e nell’Arte”, (2005) di P. Santini; “Studi Arceviesi” nn. 1, 2, 3, 5, 6).

Il palazzo Mannelli di Arcevia rimase in proprietà dei Pianetti fino agli anni Cinquanta del 1900 quando fu venduto a diversi proprietari. L’appartamento al piano nobile di rilevante valore storico artistico, già sede del Circolo di lettura, è stato recentemente acquisito dalla Regione Marche e restaurato. Si auspica una sua fruizione di pubblica utilità, nonché il ricollocamento nella sua sede originaria, sopra il portone di accesso, dello stemma nobiliare in pietra.



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