Tra
i tanti capolavori di artisti famosi che
si possono ammirare al museo del Prado di Madrid mi ha particolarmente colpito
un’opera diciamo “minore”. Si tratta di
una scultura di un artista italiano
poco conosciuto, Camillo Torreggiani (Ferrara 1820-1896), che in questa
opera , considerata il suo capolavoro, ha saputo dare sfoggio di uno straordinario e squisito
virtuosismo. E’ il ritratto di Isabella II di Borbone, unica regina di Spagna
(dal 1833 al 1868), nota anche come “
quella dal triste destino”.
L’opera si rifà alla tradizione delle
spettacolari sculture velate
settecentesche italiane come il “Cristo velato” di Giuseppe Sanmartino del 1753
o la “velata” di Antonio Corradi conservate nella cappella Sansevero dell’omonimo
palazzo di Napoli.
Giuseppe Sanmartino, il "Cristo velato"
Antonio Corradi, la "velata"
Il
Torreggiani dimostra grande maestria in tale tecnica realizzando un velo marmoreo finissimo che fa
intravedere i lineamenti del viso ed una collana. Un’opera ricca di fascino e di mistero che consente però ad un attento osservatore
di penetrare oltre la innaturale trasparenza marmorea e percepire in quel volto
note di malinconica e trepida attesa.
Sul
basamento sono visibili lo stemma della
Spagna e motivi vegetali ed allegorici.
La scultura fu eseguita nel 1855.
Camillo Torreggiani (1820-1896) di umili
origini, nacque a Ferrara, ma a 20 anni
in cerca di lavoro si trasferì prima a Bologna
partecipando alla ristrutturazione del
palazzo del Podestà, quindi a Livorno operando nella chiesa di S. Maria del
Soccorso e successivamente a Firenze dove si trattenne 11 anni collaborando con
lo scultore Luigi Pampaloni. Ritornato a Ferrara vi aprì uno studio. Numerose
sono le opere che lasciò nella sua città, ma ebbe commissioni anche all’estero. A Madrid per il ritratto della regina
Isabella ricevette, come onorificenza, la croce di Carlo III. Per la Repubblica di S. Marino, eseguì il
ritratto di Gioacchino Rossini
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