martedì 17 novembre 2015

Il "Mattioli" colorito e miniato da Gherardo Cibo per Francesco Maria II della Rovere duca di Urbino








Gherardo Cibo (1512-1600), botanico e paesaggista tra i maggiori del suo tempo, riscoperto recentemente come artista di gran valore, è anche autore di un trattato sulla miniatura ed altri scritti sui colori e la tecnica dell’acquarello,e studioso di botanica. 
Nato a Roma ma vissuto e morto a Roccacontrada, oggi Arcevia, nelle Marche, a  lui è dedicata una superba pubblicazione edita dalla Aboca di Arezzo: “I discorsi di P.A. Mattioli. L’esemplare dipinto da Gherardo Cibo: eccellenza di arte e scienza del Cinquecento”.
L’opera, in due volumi ed un commentario (misurano 25x35,8 cm.), è un facsimile, di notevole fedeltà tipografica, de “ I discorsi di Pietro Andrea Mattioli …medico cesareo… nelli sel libri di Dioscoride Anazarbeo” edito nel 1568 da Valgrisi (Venezia), e consta di 1728 pagine. Le oltre mille tavole   “a figure grandi” in bianco e nero sono state disegnate da Giorgio Liberale da Udine ed incise dal tedesco Meyerpech.
L’opera del Mattioli, medico e botanico senese (1500-1577) è ritenuta il più importante trattato di botanica e medicina farmacologica dei suoi tempi, tradotta e ristampata fino al XVIII secolo. Una copia di questo volume del 1568 fu miniata e dipinta da Gherardo Cibo, nel 1580, per il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere ed è ora conservata nella Biblioteca Alessandrina di Roma. Da questa copia è stato riprodotto il facsimile dell’Aboca. Una pubblicazione preziosa, dalla magnifica veste tipografica, di elevato valore artistico, in grado di evidenziare i pur minimi particolari e rendere al tatto un’aderenza quasi palpabile con le pagine dell’originale.
Le tavole dipinte dal Cibo sono però il vero gioiello estetico, anche per l’ottima resa dei colori. Un valore aggiunto ad un’opera di per se stessa  già di gran pregio.
 Le elevate qualità pittoriche di Gherardo Cibo, raffinato colorista dalla fervida inventiva, affascina il lettore coinvolgendolo nella visione di paesaggi sospesi tra il reale e il fantastico in cui si possono cogliere precisi rimandi al variegato e dolce paesaggio marchigiano. Composizioni che si connotano per le delicate sfumature cromatiche, per il sapiente uso delle luci ed ombre, per le ricercate velature.


Una pubblicazione questa edita dall’Aboca, particolarmente curata nella forma e  arricchita da saggi  di elevato valore documentario, critico e storico, che lascerà un segno indelebile e duraturo nel  campo dell’editoria di pregio, a livello internazionale.


L'introduzione è di Valentino Mercati con contributi di: Flavia Cristiano, Enrica Lozzi,Duilio Contin, LuciaTongiorgi Tomasi, Giorgio Mangani, Paolo Santini, Piera  Medeghini Bonatti, Ilaria Andreoli, Marco Bresadola.