Arcevia nelle Marche
Il palazzo Mannelli Pianetti
Questo imponente ed elegante palazzo, sito sul corso di Arcevia, fu fatto ristrutturare, accorpando fabbricati più antichi, da FLAMINIO MANNELLI senior nell’anno 1600. I palazzi accorpati erano quelli appartenuti a CAMILLO, a GIROLAMO vescovo di Nocera ed ai Martorelli. Alla morte di Flaminio senior nel 1606 la nuova costruzione mancava di rifiniture ed ornamento interno. Furono fatti eseguire dai suoi fratelli Ginevra , abate CLAUDIO e cav. GIROLAMO junior
L’abitazione già del vescovo Girolamo conserva, al primo piano, un bel camino cinquecentesco con il suo nome inciso, le architravi delle mostre delle porte in pietra, con iscrizioni originali, ed un lavabo antico. Ancora individuabile un altro edificio, quello che fu di Felice Martorelli o Martirelli che nel 1535 sposò Giovanni Battista padre di Flaminio senior.
mostra di porta dei Martorelli con iscrizione
stucchi nel palazzo già Martorelli
Nel piano nobile del palazzo Mannelli sono da ammirare i raffinati stucchi ornamentali a motivi geometrici e
floreali con mascheroni e volti femminei
nonché nel salone il bel camino
monumentale, in granito rosso, opera dello scultore ticinese FRANCESCO SILVA (1560 †1641).
stucchi con mascherone nel piano nobile
camino monumentale (F. Silva)
La rappresentazione a stucco che sormonta il
camino è una celebrazione della casata dei Mannelli il cui stemma viene
incoronato da un putto in una enfasi di svolazzanti panneggi, figure simboliche
(quelle della Prudenza e della Gloria) ed i frutti dell’abbondanza. Al centro
una iscrizione, voluta da cav. Girolamo, inneggia alla sapienza dell’umile.
stucchi del Silva nella cappella dell'abate
A Francesco Silva spettano anche
gli stucchi dorati della cappella personale dell’abate Mannelli il quale affidò al celebre pittore Pomarancio (Cristoforo
Roncalli 1553†1626), nel 1609, l’esecuzione del quadro dell’altare della cappella rappresentante la”Sacra Famiglia con S.
Giovannino”, ora nella Pinacoteca di Jesi. A questo pittore ed aiuti
spetterebbero anche i dipinti già nella detta cappella, che facevano un
tutt’uno con gli stucchi del Silva, nonché le decorazioni parietali a fresco con putti, personaggi ed ornati vari, ancora
visibili nel piano nobile del palazzo.
Il
cav. Pomarancio già impegnato in quegli anni a dipingere nel cantiere
lauretano, dal gennaio 1611 si avvarrà della collaborazione del Silva come
plasticatore per nuove opere nella basilica di Loreto. La decorazione della cappella
dell’abate Mannelli attesterebbe un’anticipazione al 1609 del sodalizio tra il
Pomarancio e il Silva.
Pomarancio, "Sacra Famiglia con S. Giovannino"
ornati nel piano nobile
Nel
salone sono ancora conservate tre grandi tele , recentemente restaurate, rappresentanti un
S. Giovanni Battista pastore, una Susanna ed i vecchioni ed una scena non
meglio identificata. Vanno molto probabilmente assegnate a FLAMINIO MANNELLI j. (1618 †1694), pittore ed
architetto.
S. Giovanni Battista, pastore attr, a Flaminio Mannelli
Il palazzo a seguito del
matrimonio di Susanna ultima discendente dei Mannelli di Piazza, nel 1702, con
il marchese Cardolo Maria Pianetti di Jesi, passò a questa nobile famiglia.
Nel
1778 il marchese Angelo Pianetti affidò
al pittore arceviese Gaspare Ottaviani il restauro della decorazione interna del piano
nobile e successivamente dei dipinti
della cappella. In questa occasione furono anche rinnovati i tendaggi di
broccato e i damaschi pregiati alle
pareti, rimossi solo recentemente perché ritenuti dagli esperti non
restaurabili.
i tendaggi settecenteschi prima della recente rimozione
porta dipinta dall'Ottaviani
un affresco dell'Ottaviani
I Mannelli di Piazza
ricoprirono importanti incarichi religiosi, civili e militari distinguendosi
per il coraggio ed il valore in diverse imprese belliche.
Ricordiamo mons.
Girolamo vescovo di Nocera, che fu vice legato del cardinale di Urbino,
Giuliano Della Rovere e nunzio apostolico in Francia; Flaminio senior gentiluomo di camera dei re di Francia Carlo IX ed
Enrico III; Claudio abate di S.
Ginesio, fu a Roma vicario generale del cardinale Rusticucci; Camillo j. comandante di milizie nella
guerra di Fiandra; cav. Girolamo j.
governatore delle armi per la Repubblica di Venezia e luogotenente generale del
duca di Savoia; suo figlio Giambattista
fu insignito del titolo di conte di Cozzolo e Rivò dal duca di Savoia; FLAMINIO
j., pittore ed architetto, costruì e
decorò, con l’Evangelisti, il teatro di Arcevia (1668). (Maggiori notizie si possono avere consultando: Lelio Tasti, “Sito ed
origine di Rocca Contrada”, (2009), a cura di P. Santini; “Arcevia. Nuovo
itinerario nella Storia e nell’Arte”, (2005) di P. Santini; “Studi Arceviesi”
nn. 1, 2, 3, 5, 6).
Il
palazzo Mannelli di Arcevia rimase in proprietà dei Pianetti fino agli anni
Cinquanta del 1900 quando fu venduto a diversi proprietari. L’appartamento al
piano nobile di rilevante valore storico artistico, già sede del Circolo di
lettura, è stato recentemente acquisito dalla Regione Marche e restaurato.
Si auspica una sua fruizione di pubblica utilità, nonché il ricollocamento
nella sua sede originaria, sopra il portone di accesso, dello stemma nobiliare
in pietra.