domenica 5 febbraio 2017

L’ISOLA FENICIA DI MOZIA: un viaggio a ritroso nel tempo tra natura incontaminata e testimonianze archeologiche di un passato glorioso.




                               Isola di Mozia: l'approdo

 Un silenzio magico rotto solo dal lento avanzare del piccolo battello avvolge questo piccolo lembo di terra lambito dalle calme e basse acque dello Stagnone di Marsala. La piccola isola che ci accoglie si chiama S. Pantaleo ed è sita presso l’estrema punta  nord occidentale della Sicilia, quasi di fronte a Marsala.
Qui sorse la città di Mozia fondata alla fine dell’VIII sec. a. C.  Per la vicinanza all’Africa  e per essere transito obbligato per le rotte  commerciali verso la Spagna , la Sardegna e l’Italia centrale, divenne presto una delle più floride colonie fenicie del Mediterraneo.
In Sicilia però convivevano con le popolazioni fenicio-cartaginesi  numerose colonie greche e non sempre i rapporti erano pacifici, sfociando spesso in guerre.  Nel IV sec. a.C. Dionisio il vecchio, divenuto tiranno di Siracusa, ritenuto essere venuto il momento di eliminare l’odiato vicino,  mosse la sua potente flotta contro Erice, anch’essa colonia fenicia, e Mozia. Era il 397 a.C.  Ottenuta la resa di Erice, assediò Mozia  che dopo lunga ed eroica resistenza fu conquistata. Quasi tutti gli abitanti furono uccisi e depredati dei loro beni.  La città rasa al suolo. I pochi superstiti si rifugiarono a Lilibeo, l’attuale Marsala.

                               la costa di Marsala vista da Mozia

                               rovine della città

L’anno seguente i Cartaginesi cacciarono i Siracusani ma oramai Mozia  pur nuovamente abitata perse la sua importanza, destinata ad un declino inarrestabile.  Dagli scavi  risulta una frequentazione sia pure assai limitata in epoca romana e bizantina. In epoca medievale l’isola passò in proprietà ai monaci di S. Basilio che costruirono nell’area dell’antico santuario fenicio di  Cappiddazzu  una piccola chiesa dedicata a S. Pantaleone.
Agli inizi del’900 l’isola fu finalmente acquistata  da Joseph Whitaker, rampollo di una delle più ricche famiglie della Sicilia, che tra i suoi interessi, oltre alla botanica e all’ornitologia, aveva l’archeologia. Iniziò quindi una campagna di scavi sull’isola che durò dal 1906 al 1927 e portò alla luce  templi, mura, abitazioni e vie dell’antica Mozia fenicia, unitamente a gran quantità di suppellettili, maschere, stele, gioielli ed utensili. Oggetti ora esposti in bella mostra nell’interessante museo che sua figlia Delia fece erigere nel 1971, prima di morire, costituendo la fondazione a lui intitolata perché  ne fosse continuata l’ opera.
La visita al museo è imprescindibile per capire il significato di Mozia e le sue vicende storiche; ma anche per conoscere meglio la civiltà fenicio-punica. Da ammirare la statua del “giovane di Mozia”, una scultura in marmo cristallino eseguita da un artista greco verso la metà del V sec. a.C.

                                il museo

il giovane di Mozia


Il giro dell’isola  seguendo le indicazioni in loco e con  l’ausilio della mappa fornita è particolarmente suggestivo, per il silenzio che ti avvolge insieme ai profumi di una natura incontaminata ed ai segni visibili, fisici ma dilavati dal tempo e dalle intemperie,di una antica e gloriosa civiltà.
Costeggio i resti imponenti della porta Nord e dei possenti bastioni  e l’accesso fortificato e vo calpestando la strada “punica” con diradati grossi ciottoloni, quella che lentamente digradando, sommergendosi  lì dappresso nelle basse  acque dello Stagnone, raggiunge la vicina costa. 

                               la porta Nord

                               l'accesso dalla porta Nord

Nell’attimo di silenziosa contemplazione che il luogo ti richiede,mi sembra di risentire riecheggiare  grida, stridore di lame,  frecce sibilanti, macchine da guerra che aprono varchi nelle mura. E l’orda vociante degli assalitori  che penetrano nella città.  Ma l’orrore della battaglia è solo evocato dalle mura cadenti   mentre la natura d’attorno  riporta ad una pace gaudiosa .


Un’isola, questa, minore rispetto alle più note e vicine Egadi, e meno conosciuta, ma merita decisamente di essere visitata.


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