In
occasione della pubblicazione, nel 2009° a cura dello scrivente, del volume “Sito
ed origine di Roccacontrada” (oggi Arcevia), opera storica manoscritta del
1636 di mons. Lelio Tasti, avevo
rintracciato tra le carte inesplorate di questa illustre famiglia arceviese
alcuni importanti documenti che attribuivano al famoso pittore genovese
Bernardo Strozzi il quadro della “Natività” conservato nella locale
parrocchiale di S. Medardo, ed appartenuto a mons. Lelio.
Le
carte della famiglia Tasti sono conservate nell’archivio storico arceviese. Tra
queste vi è un fascicoletto intitolato “ Memorie diverse” dove sono raccolti
alcuni fogli sciolti di varia datazione.
Tra
i documenti più antichi troviamo, risalente alla metà del XVII sec., una “fede
della stima de’ mobili fatta da più persone” come scritto nel retro del foglio.
Cioè una valutazione, fatta da un pittore e scritta da un Tasti (forse Emilio
di Alfonso), di quadri ed oggetti d’arte di valore, esistenti in questo avito
palazzo arceviese. Questo documento è di
particolare importanza perché tra i quadri indicati genericamente ne menziona
uno, già allora valutato 100 scudi, di cui fornisce notizie dettagliate:
“ Una Natività
nella prima stanza delle Case nuove la quale dico haver inteso dire 40 anni sono fusse donata da un
Cappuccino Pittore al Sig. Abbate Lelio Tasti, sc. 100”.
L’indicazione,
così precisa, che il quadro fu donato 40 anni prima da un pittore frate
cappuccino all’abate Lelio ci consente di riferire il documento agli anni
1654-1658 e ritenerlo redatto da Emilio o da suo fratello l’abate Silvio, figli
di Alfonso, fratello di mons. Lelio. Questi infatti fu
chiamato a Genova dall’arcivescovo di quella città, cardinale Spinola,
come suo vicario generale, dal 1614 alla fine del 1618. In quegli anni per il
delicato ed importante ruolo che svolgeva ebbe modo di conoscere il pittore Bernardo
Strozzi, frate cappuccino. A Bernardo, infatti, dopo la morte del padre,
nel 1608, fu concesso di abbandonare temporaneamente
l’ordine, rimanendo però sacerdote, per
mantenere la sua famiglia con l’attività di pittore. E certamente l’abate Tasti negli anni della sua
permanenza a Genova intervenne in suo
favore o comunque gli fornì una qualche forma di protezione o di aiuto, se lo
Strozzi si sentì in dovere di donargli una Natività.
Nelle
menzionate “memorie diverse” della famiglia Tasti troviamo un altro documento,
datato 26 gennaio 1772, attinente alla
nostra “Natività”. ‘E una copia di
una dichiarazione rilasciata da alcuni notabili arceviesi, primo firmatario dei
quali è il sig. Nicola Fossi, nella quale si riconosce alla nobile famiglia
Tasti di Rocca Contrada di possedere un’abitazione signorile ben arredata con
mobili e quadri. E fra questi si segnala in particolare un Presepe “ di pennello eccellente del rinomato Gabbuccini”. Un
pittore questo mai esistito, mentre nota era la famiglia dei Gabuccini di Fano.
Con il passare del tempo, dopo oltre 100 anni, dimenticato il documento
originario secentesco, nel linguaggio familiare dei Tasti la Natività del “Cappuccino Pittore” è
divenuta il Presepe del Gabbuccino o
Gabbuccini pittore rinomato. Il quadro conservò tale attribuzione probabilmente
anche quando pervenne alla collegiata di S. Medardo entro la prima metà del
1800, dove tuttora è conservato. Nella seconda metà del XX° sec., fu ritenuto essere una copia dell’Adorazione dei Pastori di B. Strozzi,
conservata nel Walters Art Museum di Baltimora.
La
Natività arceviese (olio su tela, misura: 98 x 139 cm., eseguita negli anni 1616-1618),
è stata restaurata nel 2013, a cura del
parroco don Sergio Zandri. Ha recuperato
la sua originaria bellezza, ma ha rivelato, con piccole differenze, una qualità
cromatica inferiore all’originale del Walters Art Gallery.
La
Natività arceviese, dai documenti
esposti, risulta donata a mons Lelio Tasti, mentre risiedeva a Genova, da un
frate cappuccino. Questo frate andrebbe identificato con lo stesso Bernardo Strozzi. Ma evidentemente lo Strozzi che stava
lavorando alla Adorazione dei pastori,
oggi a Baltimora, per un nobile committente, fece fare, forse con una sua
qualche partecipazione, una copia di questo quadro ad un suo aiutante di
bottega per donarla a mons. Tasti .
L’Adorazione dei
pastori della Walters Art Gallery (olio
su tela , misura: 97,8 x 139,4 cm. , eseguita negli anni 1616-1618) fu venduta a H.
Walters nel 1902 da don Marcello
Massarenti (†1905); era precedentemente registrata nel
catalogo della collezione del palazzo Accoramboni di Roma (Van Esbroeck 1897 n.
480) come opera del Murillo.
CONFRONTI TRA LE DUE OPERE:
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