Andromeda salvata da Perseo, acquaforte
L’acquaforte
rappresenta Andromeda,figlia di Cefeo re di Etiopia e di Cassiopea, legata allo
scoglio di Joppe dalle Nereidi per
essere sacrificata al mostro marino inviato da Nettuno, mentre in suo soccorso
sopraggiunge Perseo a cavallo di Pegaso.
Fu incisa da Lorenzo Loli nel 1641 su
disegno di Giovanni Andrea Sirani, cfr BARTSCH 42, pag. 143, 17 (174), 258x171 mm.
Il
Loli , ricordato prevalentemente come incisore, svolse per lo più la sua
attività con il Sirani sia quando entrambi lavoravano con Guido Reni che dopo
la morte del maestro.
Mazza A. (La
collezione dei dipinti antichi della Cassa di Risparmio di Cesena,1991,
p.163) e poi Ambrosini Massari
A.M.(La scuola di Guido Reni,
1992, p. 304) trattando dell’opera di Giovanni Andrea Sirani
(Bologna 1610-1670), uno degli allievi prediletti e più devoti di Guido Reni, richiamavano
proprio questa incisione quale unica fonte per conoscere l’importante dipinto, qui
riprodotto, del Sirani ritenuto allora disperso.
E precisava ancora il Mazza: “già la
trascrizione incisoria per quanto di mano di altro artista, dimostra notevoli
somiglianze con l’idea e la composizione
che ispirano il quadro di Cesena (Angelica
si sottrae a Ruggero). (…) Andromeda, incatenata allo scoglio, si dispone
di profilo girando la testa verso lo spettatore,come Angelica nel dipinto di
Cesena. Analoga si può supporre la tornitura della figura,; e si potrebbe
immaginare la pennellata leggermente annebbiata che scioglie renianamente il
disegno in una effusione atmosferica (…)”.
Angelica si sottrae a Ruggero di G.A.Sirani, Cesena
I
due studiosi ritenevano il dipinto disperso eseguito dal Sirani, come del resto
nella stessa acquaforte gli veniva riconosciuta la paternità ideativa dell’opera.
Nel
1994 pubblicai Simone Cantarini da
Pesaro. Una presenza ritrovata nelle Marche (1641-1643). Opere e documenti
inediti riguardanti anche Claudio Ridolfi il Veronese, a seguito del
ritrovamento di un importante documento che assegnava al Cantarini la stupenda pala d’altare della Madonna del rosario, conservata in S.
Medardo di Arcevia. Sino ad allora quest’opera veniva attribuita da tutti gli
studiosi al pittore Claudio Ridolfi.
Madonna del rosario, di Simone Cantarini, S. Medardo
Lo stesso documento faceva inoltre ritenere
la presenza del pittore in Arcevia e la possibilità di esecuzione di altre
opere.
Madonna con B. e santi Teresa ed Adriano di G.B. Salvi, S. Medardo
Tra
i quadri che potevano ascriversi al Cantarini indicai anche la bella pala
d’altare Madonna con B. e santi Teresa ed
Adriano rielaborata dal Domenichino, che in seguito però riconsiderai
assegnandola, confortato da altri studiosi, a Giambattista Salvi il
Sassoferrato. Ed ancora, “pur con le debite riserve dovute anche alle precarie
condizioni del quadro che ne rendono difficili la lettura” Andromeda liberata da Perseo (a
pp. 45,46), una tela mal ridotta allora conservata in un deposito comunale.
Andromeda liberata da Perseo, Arcevia, casa parrocchiale
La
ragione di tale attribuzione era dovuta piuttosto che a l’esame formale del
dipinto, al ritrovamento nell’Inventario
dei beni dell’eredità di Flaminio Mannelli junior, fatto fare dal figlio
Cesare l’8 aprile 1694, di due quadri
aventi come soggetto il mito di Andromeda. E poiché si può ritenere che sia
stato proprio Flaminio Mannelli j. a condurre il Cantarini in Arcevia,
ponendolo sotto la sua protezione e facendogli avere diverse commissioni, allo stesso pittore
ritenevo potesse attribuirsi tale dipinto, che fa preciso riferimento alla omonima
opera di Guido Reni ,conservata nella Galleria Pallavicini di Roma (Guido Reni 1971, scheda n. 158).
Sacra Famiglia e S. Giovannino del Pomarancio
Della
quadreria Mannelli, ereditata dai Pianetti di Jesi, le opere più
importanti come la Sacra Famiglia e S. Giovannino del Pomarancio furono trasferite in
quella città, ma alcune ricordate nell’Inventario
del 1694 sono rimaste in Arcevia. La tela Andromeda liberata da Perseo, al quanto malridotta è oggi
conservata nella casa parrocchiale di S. Medardo . Ho invano e da tempo sollecitato
un suo restauro. A nulla è servita la mia
pubblicazione del 1994 in cui si rendeva
pubblico il ritrovamento di questa interessante opera ritenuta dispersa.
Ma così va il mondo!
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