venerdì 7 aprile 2017

DUE IMPORTANTI PITTORI MARCHIGIANI attivi, e comprimari, nei maggiori cantieri romani di Sisto V e nelle Marche: CESARE E VINCENZO CONTI DI ARCEVIA

      
Arcevia, panorama

Di questi due fratelli pittori, marchigiani,  ad oggi , oltre le brevi notizie biografiche  riportate dal Baglione nelle sue “Vite dei Pittori ed Architetti” (1642) ed alcuni scritti specialistici in cui venivano richiamati dipinti a loro riferibili, mancavano studi organici  e monografici.   Ciò è per lo più addebitabile allo scarso interesse mostrato sino ai giorni nostri dagli storici dell’arte per la pittura di epoca sistina, a lungo considerata “qualitativamente inferiore” e solo di recente rivalutata a seguito di importanti ricerche svolte in questo contesto storico artistico  da emeriti studiosi, tra i quali va segnalato il prof. Alessandro Zuccari. Questi con diversi saggi specialistici, pubblicati nel giro di pochi anni, ha avuto anche il merito di restituire ai due fratelli Conti alcuni rilevanti affreschi presenti nei cantieri sistini del Palazzo Lateranense, della Biblioteca Vaticana e della  Scala Santa, oltre che nella Galleria di palazzo Giustiniani, di palazzo Altemps di Roma e di palazzo Bosdari di Ancona..

Cesare e Vincenzo Conti, Roma , Palazzo Lateranense , Costantino offre i doni alla Chiesa


                  Cesare e Vincenzo Conti, Roma, Scala Santa, Cristo si consegna ai soldati


Nelle Marche, terra di origine dei due pittori, dopo la pubblicazione  nel 2005 del mio “Arcevia. Nuovo itinerario nella Storia e nell’Arte” (pp. 134, 301), in cui rendevo noto l’inedito importante dipinto  raffigurante  una “Sacra Famiglia e Santi”, conservato in questa località e firmato da Cesare Conti, riconoscendogli anche la sua origine arceviese suffragata da documenti, non ci fu alcuna eco a questa notizia né a livello locale né in ambito regionale tantomeno da parte di studiosi o storici dell’arte. 

Cesare Conti, Arcevia, Sacra Famiglia con S. Giovannino ed i SS. Francesco e Bonaventura


Nel 2009 Massimo Papetti  pubblicò su “Studia Picena” “Due proposte per Cesare e Vincenzo Conti nella prepositura di San Niccolò ad Acquaviva Picena: nuove acquisizioni sulla committenza marchigiana di ambito sistino”.  Un importante saggio in cui il Papetti oltre a proporre nuove e opportune attribuzioni, riconoscendo la rilevanza del dipinto arceviese per i necessari riferimenti stilistici distintivi dei due fratelli, redigeva anche una coerente e aggiornata loro biografia.

Dovranno però trascorrere ancora diversi anni, di forzato silenzio, prima che i due fratelli Conti siano oggetto di interesse e di studio, ma questa volta  da parte di una prestigiosa università italiana. E’ infatti  di pochi giorni fa la discussione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, cattedra di Storia dell’arte moderna, di una importante tesi su “Cesare e Vincenzo Conti. Le carriere di due fratelli pittori, tra Marche, Roma e il Piemonte”, ad opera di Eugenia Quaglia, marchigiana di origine. Relatore il prof. Alessandro Zuccari e correlatore il prof. M. Moretti.  Uno studio questo a carattere monografico, di alto profilo storico artistico, attento, equilibrato e ben ponderato, che con puntuale analisi critica, confronti e richiami iconografici e documentazione archivistica,fa emergere con più chiarezza la personalità dei due fratelli pittori. Attraverso poi un accurato  esame critico analitico delle opere, certe ed attribuite, dei Conti la Quaglia ci introduce nel loro mondo, cogliendo i caratteri peculiari della loro pittura e distintivi di ciascuno. Cesare è il più trascurato dei due, per un giudizio riduttivo del Baglione che lo vuole semplice collaboratore del fratello ed “esperto di grottesche, arme ed ornamenti”. Ma dopo la scoperta della sorprendente pala d’altare della “Sacra Famiglia ” di Arcevia, in cui il pittore dimostra una grande sensibilità compositiva e di dettaglio e una spiccata abilità tecnica, a lui viene finalmente riconosciuta una propria indipendente, e di rilievo, personalità artistica.  La pala di Arcevia, unica opera firmata da Cesare Conti, scoperta dallo scrivente, ha costretto infatti, oggi,  gli studiosi  a rimettere in discussione tutta la produzione dei fratelli Conti. Per quanto riguarda Vincenzo, che separatosi da Cesare fu pittore di corte dei Savoia a Torino, dove morì,  la tesi della Quaglia ha fatto emergere alcune importanti novità sulla sua produzione artistica; prima fra tutte, l’ipotesi che lo vede essere, oltre che pittore di figura, anche un abile paesaggista.


Oltre la PALA DI ARCEVIA di Cesare ed un suo intervento negli affreschi del CONVENTO AGOSTINIANO DI S. MARIA, nelle Marche sono conservate dei fratelli Conti altre importanti opere che meritano di essere visitate, come i palazzi o le chiese a cui appartengono.

         Cesare Conti, Arcevia, convento di S. Maria, affreschi con grottesche e santi


A Macerata è il SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLE VERGINI, purtroppo tra gli edifici inagibili e a rischio di crollo per il recente terremoto, che costituisce oggi, per ricchezza artistica, l’esempio più alto e rappresentativo nelle Marche di quello che si può definire lo “stile sistino”. Qui sono custodite importanti opere tra cui una suggestiva “Adorazione dei Magi” del Tintoretto e gli affreschi, le grottesche e la bella tela dell’ “Ultima cena” dei fratelli Conti, nella cappella dei Bifolchi, e quindi nella cappella Panici. Questo di Macerata è stato il primo loro incarico in terra marchigiana (1592).

                                              Macerata, S. Maria delle Vergini


                              Cesare e Vincenzo Conti, S. Maria delle Vergini, Ultima cena


Ad Acquaviva Picena  è la  PREPOSITURA DI SAN NICOLO’, edificata nella prima metà del 1500, dove sono visibili due belle pale d’altare attribuite ai Conti da Papetti e rappresentano  una, “l’Invenzione della Croce” e l’altra, “il Compianto sul Cristo morto”. Sono collocate  nel primo altare a destra e nel fondo del transetto a  sinistra.

                                                    Acquaviva Picena, S. Nicolò

                                  Cesare e Vincenzo Conti, S. Nicolò, L'invenzione della croce


                             Cesare e Vincenz Conti, S. Nicolò, Compianto su Cristo morto

Ad Ancona è il PALAZZO BOSDARI, oggi Pinacoteca comunale, dove nel piano nobile il fregio a fresco riccamente decorato con delicati paesaggi, grottesche, putti e figure allegoriche è concordemente assegnato dagli studiosi ai fratelli Conti. Il palazzo di origine medievale, fu acquistato nel 1550 dai nobili Bosdari, di origine dalmata e ristrutturato, forse da Pellegrino Tibaldi, intorno al 1560.


                                                   Ancona, Palazzo Bosdari


                            Cesare e Vincenzo Conti, Palazzo Bosdari, fregio (part.)


Cesare e Vincenzo Conti di Arcevia: due artisti per troppo tempo obliati ingiustamente che meritano per il loro recuperato ed acclarato valore artistico di essere finalmente segnalati all’attenzione degli studiosi e degli amanti dell’arte.

2 commenti:

  1. Buongiorno. vorrei sapere se vi risulta che i due fratelli sono stati a Poli a svolgere la loro opera negli affreschi del palazzo ducale dei Conti di poli

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  2. Buongiorno. Mi scuso se Le rispondo solo ora. Si. E la cosa è di particolare interesse . In questi giorni viene pubblicato il mio libro sulla vita di Cesare e Vincenzo Conti in "Studi Arceviesi"8, dove ne parlo.

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