Questa "DEPOSIZIONE DALLA CROCE" è una delle sue migliori opere
Ramazzani, ritratto e firma autografa, in "Studi Arceviesi" n. 3
ERCOLE RAMAZZANI (1537 ca.-1598) “artista di notevole personalità rimasto
finora escluso nell’opera di recupero della pittura tardo manieristica degli
ultimi decenni (…) un artista anticlassico in cui la spinta accademica viene “personalizzata” attraverso un processo
creativo di notevole interesse (…) un artista sulla cui figura non è stata
detta ancora quella parola che ne completi il recupero, sempre più positivo,
operato in questi ultimi anni”.
E. Ramazzani, "Natività con Re Magi", Arcevia, 1577
Così si esprimeva Pietro Zampetti, uno
dei nostri maggiori storici dell’arte, nel 1989, nel volume 2* della sua “Pittura
nelle Marche”.
Nello stesso 1989 veniva organizzato dal
comune di Arcevia un primo convegno di
studi sul “Ramazzani e la pittura controriformata nelle Marche” con la
partecipazione di diversi studiosi. Ma è nel 2002 che in occasione del 400°
anniversario della morte del pittore il
Comune in collaborazione con la Regione Marche, la Sopraintendenza di Urbino, la
Provincia di Ancona e la Comunità Montana promuoveva la prima importante mostra di
dipinti dell’artista, con un convegno di studi e la pubblicazione di un
catalogo. Questo, intitolato “Ercole Ramazzani de la Rocha”, è stato curato da
noti studiosi; e si voleva esaustivo ed aggiornato sulla figura del nostro
artista, che intanto veniva fatto
nascere, senza fondamento, a Costa di Arcevia.
Ma nel catalogo è lo stesso
Sopraintendente Paolo Dal Poggetto a presentare il nostro pittore in modo alquanto
riduttivo ed immeritato. “Una mostra (quella di Arcevia) minore sia nel numero
delle opere esposte (circa 27) , sia -si direbbe ad una prima occhiata- per la
qualità del pittore presentato. Al contrario la visione ravvicinata dei suoi
dipinti migliori (...) portano all’indicazione che Ercole Ramazzani – pur con i
suoi limiti di discontinuità- non si sottrasse alla volontà di migliorarsi
sempre! (!!!) (e per finire) (…). Da Lorenzo Lotto, di cui fu garzone più che
allievo nei primi anni cinquanta del XVI secolo”.
La
mostra che pur ha consentito ad un maggior pubblico di meglio conoscere, se non
scoprire, il pittore arceviese, è stata però un’occasione PERDUTA dai
curatori per approfondire la personalità
del Ramazzani e le sue opere in rapporto all’influenza che
su di lui ha esercitato, dopo il Lotto, il grande paesaggista e botanico “arceviese” GHERARDO
CIBO, suo mecenate ed amico. PERDUTA per analizzare l’apporto dei COLLABORATORI
del Ramazzani nelle sue opere, a volte incostanti nella qualità, nonché la
personalità di questi artisti frequentatori della sua bottega, tra cui suo
figlio Giampaolo. PERDUTA per meglio conoscere e far apprezzare ancor più il
versatile Ercole Ramazzani, prendendo in considerazione la sua attività di PLASTICATORE,
svolta con il cognato Giovanni Battista
Bosani e proseguita dal figlio
Giampaolo.
E. Ramazzani, Arcevia, affreschi già nella chiesa diS. Bartolo
E. Ramazzani e bottega, Arcevia, S. Medardo, "Presepe" terracotta colorata
E. Ramazzani e bottega, Avacelli, S. Lorenzo "Madonna del rosario", terracotta colorata
Tutti
elementi, questi, completamente SCONOSCIUTI ai curatori e redattori delle schede
delle opere inserite nel catalogo.
Sconosciuti come la bella tela rappresentante la “Deposizione dalla croce” oggi esposta alla
Galleria Nazionale di Urbino inventariata dalla Sopraintendenza già nel 1990,
replica migliore della analoga “Deposizione “ conservata in Arcevia, in S.
Sebastiano, anch’essa del 1575. O come la
pur bella “Annunciazione” del 1573 che
lo scrivente ha scoperto nel deposito della Pinacoteca comunale di Fano e
pubblicata sul n. 3 di “Studi Arceviesi” del 2005 (pp. 56,57 ).
Ercole
Ramazzani è dunque un pittore ancora alquanto trascurato che suscita scarso
interesse da parte degli storici dell’arte.
I
recenti studi pubblicati, ed in corso, sulla figura di GHERARDO CIBO, tra i maggiori paesaggisti del Cinquecento,
autore tra l’altro di un importante trattato sulla miniatura ed altri scritti
sui colori, oltre che buon botanico, fanno però emergere uno stretto rapporto sia
di amicizia che di collaborazione con il Ramazzani. Rapporto rimasto saldo per tutta la vita,
caratterizzato inizialmente da una totale subordinazione dell’allievo al
principe mecenate ed artista, maestro nella tecnica della miniatura e
dell’acquarello. Successivamente tra i
due subentrò almeno in campo artistico una forma di collaborazione paritaria
per divenire, con il passare del tempo, anche di prevalenza da parte di Ercole
per la sua riconosciuta affermazione, non solo in ambito locale, come pittore,
disegnatore, frescante e plastico. Con Ercole è inoltre documentata una
collaborazione nella stesura di almeno due testimoni della manualistica
tecnica, recentemente attribuita al Cibo, ma non è da escludere una
partecipazione del Ramazzani all’intera opera cibiana.
Gherardo Cibo, mulino per scotano presso Sasso Cupo (Arcevia) conservato a Fossombrone
E. Ramazzani, Fabriano, "Madonna con B. e Santi"1566
particolare del precedente
E. Ramazzani "Deposizione", 1569
E. Ramazzani, Polverigi, "Deposizione" 1583
E. Ramazzani, Matelica, 1578
Ben
osservando i dipinti di Ercole non possiamo non notare che laddove rappresenta
il paesaggio, nei suoi multiformi aspetti, più forte si precepisce la benefica influenza che il Cibo ha esercitato su dilui. E si può cogliere
in un vedutismo frammisto di realtà e
fantasia, nel modo di dipingere gli alberi e le loro fronde, le montagne, i dirupi rocciosi, nel dettaglio
botanico con specie diversificate di
piante e fiori, negli scorci paesaggistici in cui si intravvedono fiumi, laghi
o marine, ed ancora nelle rovine coperte o percorse da vegetazione.
Ercole Ramazzani è un pittore che merita ancora
tutta la nostra attenzione.
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