In ricordo di S.E. il cardinale Elio Sgreccia e dell'on. Patrizia Casagrande, Presidente della Provincia di Ancona:
8 agosto 2009, nel salone delle feste del cinquecentesco palazzo Mannelli.
Presentazione del libro:
"Sito ed origine di Roccacontrada" di Lelio Tasti (MS 1636) a cura di Paolo Santini.
Interventi, oltre i nominati, di: Andrea Bomprezzi, sindaco di Arcevia ed Orfeo Pagnani, editore.
Dopo circa quattrocento anni dalla sua redazione viene dato alle stampe nella accurata veste delle edizioni Exòrma, il manoscritto "De situ et origine Rocchae Contratae" di Lelio Tasti (1636), conservato nell’Archivio storico comunale arceviese. Questa è la prima storia organica ed autorevole di Arcevia, opera di grande valore documentario a cui hanno nel tempo copiosamente attinto tutti gli studiosi che si sono interessati di questi luoghi.
Dice il Tasti: «Ho osato metter mano all’impresa di far emergere dalle tenebre la mia Patria […] per amore verso di lei […].»
L’opera si rivela di particolare interesse per la ricchezza dei documenti originali trascritti, spesso integrali, per la sua esposizione piana, arricchita da autorevoli citazioni di autori antichi e contemporanei. Il Tasti, ecclesiastico riguardevole e letterato, è scrittore raffinato, acuto e sensibile testimone del suo tempo. Di Rocca Contrada, fornisce interessanti notizie sulla sua amministrazione, sul territorio ed i suoi abitanti, sulle attività economiche ed artigianali, sulle feste e i divertimenti. Ma soprattutto sottolinea la sua importanza politica e strategica, prende attenta nota degli accadimenti nazionali connessi spesso con eventi europei e registra adeguatamente gli eventi significativi. Tasti riferisce, ad esempio, del Giubileo di S. Medardo concesso da Bonifacio IX con lettera apostolica del 1393 e confermato ed ampliato da Gregorio XIII nel 1579, riportando integralmente le lettere apostoliche dei Papi, nonché la bolla di Celestino V.
Già all’inizio del 1200 Rocca Contrada, che «ha la forma di una nave da guerra romana rovesciata di cui la poppa è il cassero e la prora il belvedere», per la sua imprendibile posizione fortificata, posta strategicamente a controllo di una via di comunicazione importante tra le Marche, la Toscana e Roma, può essere ritenuta la Chiave della Marca d’Ancona. Per l’aria «sana, la bellezza del luogo, l’ottimo vino e l’abbondanza di acqua freschissima, la fertilità dei terreni e la grande abbondanza di tutti i prodotti necessari al vivere umano, è la sede preferita dai cardinali, dai principi e dagli uomini illustri».
Tra i personaggi arceviesi menzionati dal Tasti (tra cui spiccano i vescovi Ugolino, Girolamo Mannelli e Angelo Rocca) occupa un posto particolare il principe Gherardo Cibo. Il Tasti fu il primo a parlare del Cibo e soprattutto a capirne il valore come artista e come botanico, esprimendo nei suoi confronti un giudizio critico positivo e netto. Oggi Gherardo Cibo è cosiderato tra i maggiori paesaggisti della seconda metà del Cinquecento.
Il volume è introdotto da un prezioso intervento filologico e storiografico del curatore Paolo Santini che sottolinea efficacemente lo straordinario valore della testimonianza del Tasti e l’importanza della edizione attuale in occasione della quale si rintracciano inediti documenti. Tra gli altri sono emersi importanti elementi che sembrano consentire oltre ogni ragionevole dubbio di riattribuire autenticità ad un dipinto di Bernardo Strozzi, artista di rilievo del ’600 italiano, custodito in Arcevia nella parrocchiale di San Medardo.
(testo a cura dell'editore)
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