martedì 16 luglio 2013

I DELLA ROBBIA opere e presenze in Arcevia


                                                        Vergine dei miracoli (part.)



 


 


Giovanni ed Andrea (1435-1525)


*Altare della Vergine dei Miracoli, in S. Medardo

 

Giovanni (1469-1529/30,figlio di Andrea)


*Ghirlanda di fiori e frutta

 

fra Mattia (1468-dopo 1532?, Marco figlio

di Andrea, nel 1496 divenuto fra Mattia, domenicano)

*Crocifisso, in S. Medardo

*Paliotto dell’altare della Vergine dei miracoli

*Altare dell’Annunciazione in S. Maria

*Statua di S. Caterina d’Alessandria  in S. Medardo
   
     *Statua di S. Maria Maddalena in S. Medardo
 

 

                                                                                                                                                                                                
                                                          Altare della Vergine dei miracoli
                                                                               in terracotta invetriata
                                                                                     in S. Medardo
                                                                                             di
                                                                      Giovanni ed Andrea della Robbia
                                                                                         (1510-1513)

  

Questo stupendo altare robbiano fu commissionato nel 1510 dal priore dell’eremo di S. Girolamo alla Romita di R.C. a Giovanni di Andrea della Robbia  a Firenze e terminato nel 1513. Fu pagato con il contributo del Comune che vi fece apporre il suo stemma.  

 

Dalla bottega di Giovanni della Robbia furono acquistate anche due statue in terracotta, una di S. Girolamo e l’altra di Maria Maddalena (la prima andata perduta mentre l’altra è esposta nel museo-pinacoteca di S. Medardo) ed un occhio, cioè una ghirlanda robbiana di fiori e frutta, identificabile, come anche proposto dal Gentilini, con quella inserita nel paliotto.

 

Dal libro dei conti di S. Girolamo sappiamo inoltre che nel 1514  dinanzi all’altare fu murata una loggia e l’anno seguente Pier Francesco da Sassoferrato  mise oro alle figure. Ancora nel 1520 fu costruito un tabernacolo in legno per queste figure e nel 1526 fu posta una corona d’argento sul capo della Madonna, dono del popolo arceviese.

 

Questo romitaggio fu abbandonato dagli eremiti dopo la metà del 1500 e poiché minacciava rovina, l’altare per volontà del vescovo di Senigallia Facchinetti fu trasferito nella chiesa dei cappuccini di R.C., presso l’attuale giardino pubblico G. Leopardi, il 7 settembre 1653. In quella occasione si cercò anche di asportare l’altro dossale robbiano in maiolica, collocato nel secondo altare, rappresentante la Madonna con Bambino ed i SS. Domenico e Antonio da Padova. Non sappiamo però se questa opera era già malridotta prima di essere smurata. Comunque sia fu possibile recuperare solo parte delle decorazioni: festoni, candelabre e teste di cherubini. Queste furono utilizzate per comporre nella chiesa dei cappuccini sia il paliotto, antistante e distaccato dal dossale, che due gradinate collegate all’altare, decorate con cornici di terracotta. Al centro del paliotto fu inoltre inserito un medaglione di circa 50 cm., incorniciato da una ghirlanda robbiana di fiori e frutta, raffigurante la Madonna con Bambino attorniata da teste di angeli e serafini (di probabile produzione pesarese). L’altare quando fu trasferito in S. Medardo fu mal ricomposto e collocato entro una decorazione barocca che avviliva la sua classica compostezza rinascimentale, appesantito inoltre da un sottostante paliotto indebitamente aggiuntogli. Ora finalmente restaurato, riacquisita  la sua originaria forma ed esaltato dalla  nuova collocazione e da una accorta illuminazione,  può risplendere in tutta la sua bellezza.

 
 
 
 


        Si può ritenere possibile una partecipazione nell’esecuzione delle figure principali dell’altare della "Madonna dei miracoli", per la loro elevata qualità artistica, del vecchio Andrea della Robbia, padre di Giovanni,  attivo nella bottega di via Guelfa sino a tarda età.

 



 
    S. MARIA MADDALENA
      statua in terracotta invetriata di cm. 90 in altezza
    esecuzione: 1513
        attribuita a  fra Mattia della Robbia
                   da P. Santini e confermata da G. Gentilini                   
    conservata in S Medardo
 

 

 


                                                               Altare dell’Annunciazione
                                                                         in S. Maria
                                                                               di
                                                                  fra Mattia della Robbia
                                                                            (ca. 1522)

  
             Il Gentilini  nella sua monografia sui della Robbia sostiene che “la pala di Montecassiano (documentata ed eseguita da fra Mattia tra il 1527 e il 1531 o 1532) ed in particolare il suo insolito repertorio decorativo (le folte ghirlande appese ad anelli, i larghi motivi a treccia) coi caratteristici cherubini dal volto appuntito e le ali riunite sul petto, ha consentito di attribuire con sicurezza a fra Mattia  della Robbia alcune opere di Arcevia, invetriate secondo la tradizionale cromia robbiana”. A fra Mattia spettano quindi i frammenti (cherubini, festoni, grottesche) del paliotto dell’altare di Giovanni della Robbia in S. Medardo (1513) e la monumentale Annunciazione in S. Maria. La composizione di questo dossale, secondo il Gentilini, dipende da un perduto dipinto di Raffaello del 1510-1511, verosimilmente ripreso da un’incisione di Marco Dente. 
              Ci riserviamo a breve di  far conoscere  chi fu il committente di questo dossale, che nel basamento riporta due stemmi gentilizi senza emblemi evidenti, forse cancellati. Probabilmente fu eseguito dopo il 1522 da fra Mattia presso l’eremo di S. Girolamo, dove agli inizi di quell’anno fu costruito un forno ed alla fine dello stesso anno venne murato l’altare oggi perduto da lui realizzato per quella chiesa. Questo dossale però venne collocato dove oggi si trova solo dopo il 1550, quando la nuova chiesa di S. Maria degli agostiniani venne edificata entro le mura di Rocca Contrada. 

 

 


                                                 Crocifisso
                                                                                di
                                                             fra Mattia della Robbia
                                                                      in S. Medardo
                                                                          (ca. 1520)
 

Proviene dalla chiesa suburbana di Santa Maria delle Grazie, fondata dai domenicani attorno al 1450, da dove fu trasferito, per iniziativa del comune di Arcevia, il 18 luglio 1930.
L’opera di particolare effetto viene comunemente assegnata a fra Mattia della Robbia, domenicano fratello di Giovanni, e secondo il Gentilini compiuta attorno al 1520.
Si può ritenere che fra Mattia abbia eseguito in Arcevia questa ed altre opere, giuntovi al seguito del suo protettore il card. Armellini Medici legato pontificio, venuto in Rocca contrada nella prima metà del 1518 per rendere giustizia all’amico Cesare Zitelli, ucciso da un certo Barasta mentre era gonfaloniere del comune.

 


                                                        S. CATERINA D’ALESSANDRIA
                                              statua in terracotta invetriata di cm. 90 di altezza
                                                                esecuzione: circa 1524
                                                      attribuita a fra Mattia della Robbia
                                                      da P. Santini e confermata da G. Gentilini
 

Tra i  lavori commissionati a fra Mattia andrebbe compresa anche “quella historia di S.ta Catarina fuori della chiesa la quale costò in tutto 6 fiorini” registrata  tra le spese di S. Girolamo nel 1524. Di tale “storia” rimane solo la statua di S. Caterina d’Alessandria rappresentata con la ruota del martirio. Già collocata nel 1653 nella chiesa dei cappuccini con quella di S. Maria Maddalena, ai lati dell’altare di Giovanni della Robbia, fu  trasferita  insieme all’altra in S. Medardo nel 1870. 

 

 

                                                                              Paolo Santini

 

 

Estratto in sintesi dalla pubblicazione: “Arcevia. Nuovo itinerario nella Storia e nell’Arte” ed. 2005) di Paolo Santini. Per ulteriori notizie e documenti anche sulle terrecotte arceviesi e zone limitrofe, non robbiane (attribuite a Ercole Ramazzani e bottega) vedere: Studi Arceviesi 3: “Per Ercole Ramazzani di Rocca Contrada pittore e plasmatore di terrecotte nel 400° anniversario della morte”. Pubblicazioni edite dal Centro Studi Arceviesi .
 

 

 






 

 


                                            

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 commento:

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