mercoledì 4 settembre 2013

Cristoforo Roncalli, il Pomarancio e Francesco Silva in Arcevia






CRISTOFORO  RONCALLI

  detto         Il  Pomarancio

 

Nato nel 1552 a Pomarance in Toscana morì a Roma nel 1626.Famoso ai suoi tempi, amico del marchese  Giustiniani, legato  al card. Baronio  ed  a  S. Filippo Neri,  fu    uno  dei protagonisti
della cultura figurativa romana, fedele interprete dei dogmi della fede cattolica, tra Controriforma e Barocco.

Il 14 marzo 1605 il Roncalli sottoscrive a Loreto il contratto per affrescare la volta della Sagrestia nuova della Basilica, terminata nel 1609. Il 21 luglio dell’anno è in Ancona per i funerali di Federico Zuccari.

Nel 1609 (probabilmente nell’estate) esegue la tela con la Sacra Famiglia e S. Giovannino per i Mannelli di Roccacontrada (Arcevia) e forse altri lavori.

Il 13 dicembre 1609 a Loreto  firma il contratto per affrescare la cupola della Basilica.

Il 28 marzo 1610 è pagato per gli affreschi della volta della Sagrestia nuova.

Il 21 gennaio 1615 Cesare Conti pittore, perito di parte del Roncalli, presenta insieme a Baldassarre Croce,  nominato dalla Santa Casa, la perizia di stima per gli affreschi eseguiti nella cupola e nel battistero, oltre la pala dell’altare della Sagrestia.

Cesare Conti: Arcevia, S. Giovanni Battista, inizi 1600
 
Pomarancio: Arcevia, palazzo Mannelli, cappella,1609
 

L’amicizia tra il Roncalli e l’arceviese Conti  risale al soggiorno romano dei due artisti, dove  non è da escludere anche  una loro comune partecipazione a qualche impresa artistica.

 
 
 
 
 
 

 

                                                                                                                                                              

 

FRANCESCO  SILVA

da              Morbio

 

(1560 ca. Morbio Inferiore (Canton Ticino) - 1641 ca.)

 

Francesco Silva si formò a Roma nella bottega dello scultore Guglielmo Della Porta, dove lavorò nell'atrio della Basilica di S. Pietro.  Lavorò inoltre nella Basilica della Santa Casa di Loreto, nel Duomo di S. Venanzio a Fabriano ed in quello di Faenza.
 
 La presenza lauretana del Silva data dal 1611 al 1613 con  un probabile ritorno nel 1619.  Il Silva  eseguì gli stucchi della cappella del Battistero nel 1611 quindi quelli della Sagrestia nuova, decorata dal Pomarancio,  dove realizzò nel 1612 anche l’arme di Paolo V Borghese. Lavorò nel 1613 nell’atrio della stessa sagrestia.

La frequentazione del Silva  con  Cristoforo Roncalli risale molto probabilmente agli inizi del secolo durante il loro  soggiorno romano. Il sodalizio tra i due era finora documentato nella fabbrica lauretana  e nella  commissione avuta dai Roncalli di Foligno per il loro palazzo patrizio (1613). I due artisti si trovarono a collaborare l’uno con la propria opera plastica e l’altro pittorica  subendo reciproche influenze.

Dalla fine del 1613 al 1619 il Silva è attivo nel duomo di Fabriano, senza però l’apporto del Roncalli.

 



   Opere e presenze del Pomarancio e del Silva

  in   ARCEVIA

 in Palazzo Mannelli

corso Mazzini n. 57)

 


 

Questo imponente ed elegante palazzo fu fatto ristrutturare, accorpando fabbricati più antichi,  da  Flaminio Mannelli senior (1536 †1606) nell’anno 1600.  (...)  Alla morte di Flaminio, nel 1606 ( …) la rifinitura e l’ornamento interno dell’edificio non erano ancora stati fatti. Furono fatti eseguire dai suoi fratelli Ginevra, abate Claudio (†1612) e cav. Girolamo j. (†1619).
Questo palazzo, incorpora l’antica abitazione di mons. Girolamo Mannelli  (†1591), vescovo di Nocera Umbra, che prospetta su via Ramazzani. Nel piano nobile conserva un bel camino cinquecentesco con il  nome del vescovo inciso, le architravi delle mostre delle porte in pietra, con iscrizioni originali, ed un lavabo antico. Nel palazzo è ancora individuabile un altro edificio, quello di proprietà di Felice Martorelli o Martirelli ( ca †1586)  (…) madre di Flaminio senior. 
L’ultima discendente di questo ramo della famiglia Mannelli fu Susanna (Jesi 1678 †ivi 1736), (…) la quale sposò nel 1702 il marchese Cardolo Maria Pianetti di Jesi portando in dote i beni arceviesi.
 
Per la cappella di famiglia, l’abate Mannelli (già segretario a Roma del card. Rusticucci vicario del Papa) aveva fatto dipingere nel 1609 dal celebre cav. Pomarancio (1552 †1626) la bella tela della Sacra Famiglia con S. Giovannino, olio su tela cm.173 x 117, ora conservata nella Pinacoteca di Jesi (firmata e datata).

 

Lo stesso pittore potrebbe aver eseguito altri quadri tra cui quelli che erano collocati nella parte alta della cappella e che facevano un tutt’uno con gli stucchi eseguiti, ancora ben mantenuti, da Francesco Silva, attivo con il Pomarancio nella basilica di Loreto. Alla bottega del Pomarancio potrebbero appartenere anche le decorazioni a fresco secentesche con mascheroni e volti di serafini nel piano nobile.

 
 

Nel  piano nobile del palazzo Mannelli Pianetti sono ancora da ammirare:

gli stucchi parietali e  il bel camino monumentale nel salone di rappresentanza, opera del ticinese Francesco Silva (1560 †1641 ca.) commissionato dal cav. Girolamo j. Mannelli († 1619)


 

 


 

ed ancora gli affreschi con vedute fantastiche, rovine e paesaggi eseguiti ai lati e sotto le finestre da Gaspare Ottaviani (vedi p.154) nel 1778, su commissione del marchese Angelo Pianetti. All’Ottaviani spettano anche le decorazioni delle porte di passaggio. Le grandi tele del salone con soggetti mitologici dovrebbero essere state eseguite da Flaminio  Mannelli j. (1618 †1694), pittore ed architetto (vedi p.145).

 

                                       Paolo Santini

 

Estratto da “Arcevia. Nuovo itinerario nella Storia e nell’Arte” di Paolo Santini ed. 2005


 

 

PALAZZO PIANETTI GIA’ MANNELLI DI ARCEVIA

INTERVENTI DI RESTAURO OPERATI NELLA SECONDA META’ DEL 1700 DAL PITTORE ARCEVIESE GASPARE OTTAVIANI NELLA CAPPELLA DI FAMIGLIA SU COMMISSIONE DEL MARCHESE PIANETTI

I DOCUMENTI RELATIVI VENGONO PUBBLICATI

IN

“ STUDI ARCEVIESI” N. 6

 

GASPARE OTTAVIANI DA ROCCACONTRADA
                                       pittore
A duecento anni dalla morte (pp. 136 e segg.)

DI  PAOLO SANTINI

 

Da “Studi Arceviesi” n. 6 pp. 136 e segg,:

 “Il marchese  (Pianetti) affidò all’Ottaviani  (lettera dell’11 aprile 1778) anche il restauro della cappella di famiglia, in particolare i dipinti ad olio che ornavano il soffitto  e gli stucchi. Le tele infatti, fissate alla volta con gesso, colla e bollettine cadevano a pezzi perché fradice e necessitavano quindi  di  un immediato restauro. “Seppoi non riuscisse dopo  usate le  dovute diligenze, ciò fare procurerebbero far di nuovo  le  sudivisate pitture ad imitare lo stile dell'altre pitture che si trovano in qualche buona  forma” diceva il Gabbianelli (fattore) al marchese.

 

Gaspare dipinse nella cappella cinque nuovi quadretti: due con angeli, una  Visitazione di Maria a S. Elisabetta (che non potevano  essere restaurati) e due soggetti per gli ovati vuoti.

I quadri ad olio restaurati o  ridipinti  dall'Ottaviani  unitamente  a  quelli  più antichi che decoravano questa cappella di famiglia, dovrebbero essere stati trasferiti a Jesi dai marchesi Pianetti, quando vendettero il palazzo di Arcevia, attorno agli anni ‘50.
 


Per questa cappella l’abate Claudio Mannelli commissionò, nel 1609, al celebre pittore cav. Pomarancio (Cristoforo Roncalli 1553†1626) la bella tela dell’altare rappresentante la Sacra Famiglia con S. Giovannino, attualmente conservata nella Pinacoteca di Jesi, donata dalla marchesa Metella Pianetti. Allo stesso artista (ed aiuti) dovrebbero essere assegnati i quadretti inseriti nella decorazione del soffitto, come altri lavori nel piano nobile.

                                      stucchi del Silva nella già cappellina dell'abate Mannelli

camino nel piano nobile di palazzo Mannelli, con stucchi del Silva


Allo scultore ticinese Francesco Silva spettano i raffinati stucchi della cappella con angeli e figure simboliche ed altri lavori, tra cui il monumentale camino nel piano nobile.  Il cav. Pomarancio già impegnato a dipingere nel cantiere lauretano, dal gennaio 1611 si avvarrà della collaborazione del Silva come plasticatore per  nuove opere nella  basilica di Loreto. La decorazione della cappella dell’abate Mannelli attesterebbe un’anticipazione al 1609 del sodalizio tra il Pomarancio e il Silva.

Pubblichiamo di seguito i documenti che assegnano a questi due artisti i lavori nella cappella Mannelli.   (…)".     Omissis

 

 

 

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