detto Il Pomarancio
Nato nel
1552 a Pomarance in Toscana morì a Roma nel 1626.Famoso ai suoi tempi, amico
del marchese Giustiniani, legato al card. Baronio ed a S. Filippo Neri, fu uno dei protagonisti
della
cultura figurativa romana, fedele interprete dei dogmi della fede cattolica,
tra Controriforma e Barocco.
Il 14 marzo
1605 il Roncalli sottoscrive a Loreto il contratto per affrescare la volta
della Sagrestia nuova della Basilica, terminata nel 1609. Il 21 luglio
dell’anno è in Ancona per i funerali di Federico Zuccari.
Nel 1609
(probabilmente nell’estate) esegue la tela con la Sacra Famiglia e S.
Giovannino per i Mannelli di Roccacontrada (Arcevia) e forse altri lavori.
Il 13
dicembre 1609 a Loreto firma il
contratto per affrescare la cupola della Basilica.
Il 28 marzo
1610 è pagato per gli affreschi della volta della Sagrestia nuova.
Il 21
gennaio 1615 Cesare
Conti pittore, perito di parte del Roncalli, presenta
insieme a Baldassarre Croce, nominato
dalla Santa Casa, la perizia di stima per gli affreschi eseguiti nella cupola e
nel battistero, oltre la pala dell’altare della Sagrestia.
Cesare Conti: Arcevia, S. Giovanni Battista, inizi 1600
Pomarancio: Arcevia, palazzo Mannelli, cappella,1609
L’amicizia
tra il Roncalli e l’arceviese Conti risale al soggiorno romano dei due
artisti, dove non è da escludere
anche una loro comune partecipazione a
qualche impresa artistica.
FRANCESCO SILVA
da Morbio
(1560 ca.
Morbio Inferiore (Canton Ticino) - 1641 ca.)
Francesco
Silva si formò a Roma nella bottega dello scultore Guglielmo Della Porta, dove
lavorò nell'atrio della Basilica di S. Pietro.
Lavorò inoltre nella Basilica della Santa Casa di Loreto, nel Duomo di
S. Venanzio a Fabriano ed in quello di Faenza.
La presenza lauretana del Silva data dal 1611
al 1613 con un probabile ritorno nel
1619. Il Silva eseguì gli stucchi della cappella del
Battistero nel 1611 quindi quelli della Sagrestia nuova, decorata dal
Pomarancio, dove realizzò nel 1612 anche
l’arme di Paolo V Borghese. Lavorò nel 1613 nell’atrio della stessa sagrestia.
La
frequentazione del Silva con Cristoforo Roncalli risale molto
probabilmente agli inizi del secolo durante il loro soggiorno romano. Il sodalizio tra i due era
finora documentato nella fabbrica lauretana
e nella commissione avuta dai
Roncalli di Foligno per il loro palazzo patrizio (1613). I due artisti si
trovarono a collaborare l’uno con la propria opera plastica e l’altro
pittorica subendo reciproche influenze.
Dalla fine
del 1613 al 1619 il Silva è attivo nel duomo di Fabriano, senza però l’apporto
del Roncalli.
in ARCEVIA
in Palazzo Mannelli
corso
Mazzini n. 57)
Questo imponente ed elegante palazzo fu fatto
ristrutturare, accorpando fabbricati più antichi, da
Flaminio Mannelli senior (1536 †1606) nell’anno 1600. (...)
Alla morte di Flaminio, nel 1606
( …) la rifinitura e l’ornamento interno dell’edificio non erano ancora stati
fatti. Furono fatti eseguire dai suoi fratelli Ginevra, abate Claudio (†1612) e
cav. Girolamo j. (†1619).
Questo palazzo, incorpora l’antica abitazione di mons.
Girolamo Mannelli (†1591), vescovo di
Nocera Umbra, che prospetta su via Ramazzani. Nel piano nobile conserva un bel
camino cinquecentesco con il nome del
vescovo inciso, le architravi delle mostre delle porte in pietra, con
iscrizioni originali, ed un lavabo antico. Nel palazzo è ancora individuabile
un altro edificio, quello di proprietà di Felice Martorelli o Martirelli ( ca
†1586) (…) madre di Flaminio senior.
L’ultima discendente di questo ramo della famiglia
Mannelli fu Susanna (Jesi 1678 †ivi 1736), (…) la quale sposò nel 1702 il
marchese Cardolo Maria Pianetti di Jesi portando in dote i beni arceviesi.
Per
la cappella di famiglia, l’abate Mannelli (già segretario a Roma del card. Rusticucci
vicario del Papa) aveva fatto dipingere nel 1609 dal celebre cav. Pomarancio
(1552 †1626) la bella tela della Sacra Famiglia con S. Giovannino, olio
su tela cm.173 x 117, ora conservata nella Pinacoteca di Jesi (firmata e
datata).
Lo stesso pittore potrebbe aver eseguito altri quadri
tra cui quelli che erano collocati nella parte alta della cappella e che
facevano un tutt’uno con gli stucchi eseguiti, ancora ben mantenuti, da Francesco
Silva, attivo con il Pomarancio nella basilica di Loreto. Alla bottega del
Pomarancio potrebbero appartenere anche le decorazioni a fresco secentesche con
mascheroni e volti di serafini nel piano nobile.
Nel piano nobile del palazzo Mannelli Pianetti
sono ancora da ammirare:
gli stucchi
parietali e il bel camino monumentale
nel salone di rappresentanza, opera del ticinese Francesco Silva (1560 †1641
ca.) commissionato dal cav. Girolamo j. Mannelli († 1619)
ed ancora gli affreschi
con vedute fantastiche, rovine e paesaggi eseguiti ai lati e sotto le finestre
da Gaspare Ottaviani (vedi p.154) nel 1778, su commissione del marchese Angelo
Pianetti. All’Ottaviani spettano anche le decorazioni delle porte di passaggio.
Le grandi tele del salone con soggetti mitologici dovrebbero essere state
eseguite da Flaminio Mannelli j. (1618
†1694), pittore ed architetto (vedi p.145).
Paolo
Santini
Estratto da “Arcevia. Nuovo itinerario nella Storia e nell’Arte” di Paolo
Santini ed. 2005
PALAZZO PIANETTI GIA’ MANNELLI DI ARCEVIA
INTERVENTI DI RESTAURO OPERATI NELLA SECONDA META’ DEL 1700 DAL PITTORE
ARCEVIESE GASPARE OTTAVIANI NELLA CAPPELLA DI FAMIGLIA SU COMMISSIONE DEL
MARCHESE PIANETTI
I DOCUMENTI RELATIVI VENGONO PUBBLICATI
IN
“ STUDI ARCEVIESI” N. 6
GASPARE OTTAVIANI DA ROCCACONTRADA
pittore
A duecento anni dalla morte (pp. 136 e segg.)
DI PAOLO SANTINI
Da
“Studi Arceviesi” n. 6 pp. 136 e segg,:
“Il marchese (Pianetti) affidò all’Ottaviani (lettera dell’11 aprile 1778) anche il
restauro della cappella di famiglia,
in particolare i dipinti ad olio che ornavano il soffitto e gli stucchi. Le tele infatti, fissate alla
volta con gesso, colla e bollettine cadevano a pezzi perché fradice e necessitavano
quindi di un immediato restauro. “Seppoi non riuscisse dopo usate
le dovute diligenze, ciò fare
procurerebbero far di nuovo le sudivisate pitture ad imitare lo stile
dell'altre pitture che si trovano in qualche buona forma” diceva il Gabbianelli (fattore) al
marchese.
Gaspare
dipinse nella cappella cinque nuovi quadretti: due con angeli, una Visitazione
di Maria a S. Elisabetta (che non potevano
essere restaurati) e due soggetti per gli ovati vuoti.
I
quadri ad olio restaurati o ridipinti dall'Ottaviani unitamente
a quelli più antichi che decoravano questa cappella di
famiglia, dovrebbero essere stati trasferiti a Jesi dai marchesi Pianetti,
quando vendettero il palazzo di Arcevia, attorno agli anni ‘50.
Per
questa cappella l’abate Claudio Mannelli commissionò, nel 1609, al celebre
pittore cav. Pomarancio (Cristoforo
Roncalli 1553†1626) la bella tela dell’altare rappresentante la Sacra Famiglia con S. Giovannino,
attualmente conservata nella Pinacoteca di Jesi, donata dalla marchesa Metella
Pianetti. Allo stesso artista (ed aiuti) dovrebbero essere assegnati i
quadretti inseriti nella decorazione del soffitto, come altri lavori nel piano
nobile.
stucchi del Silva nella già cappellina dell'abate Mannelli
Allo scultore ticinese Francesco Silva spettano i raffinati stucchi della cappella con angeli e figure simboliche ed altri lavori, tra cui il monumentale camino nel piano nobile. Il cav. Pomarancio già impegnato a dipingere nel cantiere lauretano, dal gennaio 1611 si avvarrà della collaborazione del Silva come plasticatore per nuove opere nella basilica di Loreto. La decorazione della cappella dell’abate Mannelli attesterebbe un’anticipazione al 1609 del sodalizio tra il Pomarancio e il Silva.
stucchi del Silva nella già cappellina dell'abate Mannelli
camino nel piano nobile di palazzo Mannelli, con stucchi del Silva
Allo scultore ticinese Francesco Silva spettano i raffinati stucchi della cappella con angeli e figure simboliche ed altri lavori, tra cui il monumentale camino nel piano nobile. Il cav. Pomarancio già impegnato a dipingere nel cantiere lauretano, dal gennaio 1611 si avvarrà della collaborazione del Silva come plasticatore per nuove opere nella basilica di Loreto. La decorazione della cappella dell’abate Mannelli attesterebbe un’anticipazione al 1609 del sodalizio tra il Pomarancio e il Silva.
Pubblichiamo
di seguito i documenti che assegnano a questi due artisti i lavori nella
cappella Mannelli. (…)". Omissis
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