In
una recente gita a Bevagna in
Umbria, Fortuna ha voluto che entrassi casualmente nella chiesa di S. Francesco
posta nel centro storico del paese. Eretta verso la fine del 1200 in forme
romaniche dai frati francescani fu dagli
stessi ridotta in stile barocchetto attorno al 1750. Oltre ad alcuni antichi
affreschi recuperati, di particolare interesse mi sono subito apparsi gli altari ed i relativi stucchi presenti
nelle diverse cappelle, per la loro consonanza stilistica con i lavori di uno
scultore stuccatore genovese, Lorenzo Bossi, attivo in Abruzzo e nelle Marche,
di cui qualche giorno prima avevo scritto in un mio articolo (vedi in questo blog alla data 6 febbraio 2015).
Di
questo artista non abbiamo molte notizie.
Sappiamo che nel 1722 era intento ad eseguire un altare con decorazioni
per la chiesa parrocchiale di Pietranico,
in Abruzzo. Opera questa disfatta in occasione
del rifacimento dell’edificio sacro attorno al 1930. In quella circostanza
venne trovato nell’altare un biglietto autografo del Bossi in cui nel dichiararsi
originario di Genova ma residente nello stato di Milano segnalava la presenza
di un tesoro nascosto nelle vicinanze.
Di lui non
abbiamo notizie fino agli anni 1744-45 quando lo ritroviamo attivo a Roccacontrada (Arcevia) nelle Marche, quale
sopraintendente ai lavori di ristrutturazione e di riduzione in stile
barocchetto della romanica chiesa di S. Francesco dei minori conventuali,
colpita dal terremoto del 1741.
Come già
abbiamo detto nel nostro precedente articolo, Bossi eseguì nella chiesa tutti
gli altari, le otto grandi statue di personaggi storici poste in apposite
nicchie, le piccole scene di contenuto biblico sulla cantoria e nell’abside la grande rappresentazione di S. Gregorio in
estasi dinanzi a Cristo crocifisso.
Per la ristrutturazione
e decorazione della chiesa di S. Francesco, Lorenzo Bossi fu particolarmente
apprezzato in Roccacontrada tanto da avere diverse altre commissioni: alcuni altari
nella chiesa di S. Maria degli agostiniani, statue delle principali virtù nella
nuova sala del palazzo priorale, ed ancora statue nel palazzo già Franceschini. Lorenzo Bossi si trattenne a Roccacontrada
diversi anni per eseguire questi lavori e forse altri andati perduti.
La sua
presenza ora viene attestata a Bevagna in
Umbria, nella chiesa di S. Francesco, come riconosciuto autore di alcuni altari,
realizzati su commissione dei frati francescani. Ed abbiamo ancora una
ristrutturazione e riduzione in forme barocche di un edificio sacro, riferite
attorno al 1750.
Non
sappiamo se anche in questo caso, come per Roccacontrada, Bossi sia stato il
sopraintendente dei lavori o abbia eseguito solo gli altari. Ora però sappiamo
che da Roccacontrada giunse qui a Bevagna
per onorare delle commissioni ricevute. E così abbiamo ricomposto un altro
tassello della sua vita operosa ed itinerante.
Anche in
S. Francesco di Bevagna Bossi si fa apprezzare
per la sua abilità tecnica nella resa plastica delle figure, per la sua
inventiva decorativa e per la sua capacità di realizzare imponenti altari, d’impronta
barocca e di ispirazione classica, tra loro sempre diversi, ma uniformi per stile e cifra identificativa.
E per
meglio affermare la propria paternità sulle opere, l’artista vi appone (come in
quelle arceviesi) un elemento ulteriore, ricorrente e costante: la rappresentazione
di tre testine d’angelo, a triangolo, sulla parte alta dell’altare.
Lorenzo
Bossi credo che abbia operato in altre chiese di Bevagna ed anche nei comuni vicini. Credo anche che da
Pietranico d’Abruzzo prima di giungere a Roccacontrada nelle Marche, dopo circa
22 anni, possa aver lavorato in chiese e palazzi del Regno di Napoli, di cui l’Abruzzo
allora faceva parte, e in diverse altre località dello Stato della Chiesa. Non
ci risultano ad oggi studi su questo artista.
L’auspicio è che si voglia
cogliere occasione da questi due miei scritti per avviare ricerche più approfondite
volte a meglio conoscere Lorenzo Bossi, uno scultore, stuccatore non del tutto
secondario nel panorama artistico del Settecento italiano.
Lorenzo Bossi è attivo nel Duomo di Spoleto, Cappella del Sacramento, dove nel 1741 esegue quattro angeli a stucco, recanti i simboli della passione di Cristo.
RispondiEliminaVedi AA.VV. L'Umbria, Manuali per il territorio, Spoleto, Roma 1978